Nel buio, in mare, luci verdi e rosse si accendono intermittenti. Galleggiano sulle acque salmastre della laguna dove abita Giuseppe Di Liberto. Segnano la via nella notte – e nella mostra. Sono una mappatura di torce monumentali, quelle che illuminano i luoghi che costituiscono parte essenziale della ricerca dell’artista: i cimiteri. Di Liberto esplora le forme del lutto e del rito, segue le tendenze raccontate da TiKTok e il rapporto con la cultura neomelodica siculopartenopea, le sovrappone alle rappresentazioni della storia dell’arte. Così, sopra una Ars Moriendi bavarese del 1200 e su un dettaglio del Ritrovamento del corpo di San Marco di Tintoretto sono modellate in cera due scene luttuose neomelodiche contemporanee, tratte dai social network.
Giuseppe Di Liberto, Chiurenne l’oucchie pare e te verè, 2023, argilla e cera su cotone, 179×96 cm, courtesy l’artista
Giuseppe Di Liberto, R, 2024, grafite e cera su carta, 42×30 cm, courtesy l’artista.
Giuseppe Di Liberto, Quando una stella muore, 2023, lattice, luci notturne led, 15x20x8 cm circa cad., courtesy l’artista



