Giulia Sagramola – Cos’ha visto Pina

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Pina non ha ancora sei anni ma è “l’occhio” del romanzo, Nebbia al Giambellino: è il suo punto di vista a documentare l’accaduto e anche a fornire gli elementi per individuare il responsabile. L’accaduto è l’uccisione di Gina Restelli, sua mamma, da parte di Rinaldo Cattaneo, il datore di lavoro che di Gina si era innamorato, in un mix di follia e prepotenza. Nebbia al Giambellino era stato concepito e scritto negli anni ’50, ma pubblicato postumo. L’occhio di Pina entra in scena all’inizio del romanzo, quando il delitto è appena accaduto. È stata colpita dall’assassino in fuga: «con un pugno mi ha sbattuta contro la parete». Nella storia della piccola Pina c’è sempre un senso di dismisura, per il suo essere disarmata e indifesa davanti all’enormità di ciò che la vita le mette davanti. È enorme quell’uomo che all’inizio cerca di tirarla dalla sua facendole regali fuori proporzione rispetto ad una quotidianità segnata da indigenza. Lei lo guarda dal basso verso l’alto – è sempre l’occhio di Pina a guidarci dentro la storia –, quando lui si presenta per portarle una bambola. Ma dalle pagine del romanzo sembra tutta schiacciata dalla massa dell’uomo. Guarda e non guarda, come nel momento del delitto, quando vede, attraverso la porta semiaperta, una foto cadere dal comodino: è quella del papà Renato, portato via repentinamente da un tumore. La matita di Giulia Sagramola per noi è come l’occhio di Pina…

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