Giulia Querin

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Ci avrete già fatto caso, altrove. Le sculture di Giulia Querin hanno fatto capolino nello spazio, perché si muovono senza vincoli: a terra, sulle pareti, su altri oggetti. Si allungano con ombre cangianti sulle superfici, con l’obiettivo di far indugiare su ciò a cui si aggrappano, ciò che indicano: può essere il pavimento, la parete, il nulla. Si fanno guardare e fanno guardare. Sono fuochi fatui che, con le loro estremità contrapposte e con il loro movimento ondivago, tentano di avanzare tra concreto e astratto, graffiando il reale con i loro artigli.

Giulia Querin, NO SENSE OF PLACE – Intenzioni percettive, 2022, ceramica smaltata, dimensioni variabili, courtesy l’artista.

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