Il 1968 l’anno dell’acquerello, dell’esplosione del colore: si accendono così le stesse Teste del Battista, prima realizzate a penna stilografica, e da queste alle teste di animali il passaggio immediato. Si tratta di una partecipazione della natura animale alla Passione sacra, certamente, ma soprattutto della risposta alla necessita di Testori di avere modelli reali per dipingere: carne e sangue veri che gli animali macellati mettevano a sua disposizione. Al centro della serie posto un unicum: quel bosco di Bondo, nei Grigioni Svizzeri, il paese dell’amico pittore Willy Varlin, così importante per la critica e la pittura testoriana in quegli anni.

