Una storia che incrociamo anche osservando i lavori di Iva Lulashi, che utilizza immagini catturate sul web di film per adulti caratterizzati da trame incerte e di trascurabile importanza, che lei preferisce osservare senza audio. Disegni e pitture che ci costringono a un esercizio di esplorazione, sollecitandoci a ripercorrere, come in un film appunto, passo dopo passo le sequenze di una storia. Spesso nelle sue opere gli organi sessuali sono in primissimo piano, giocando a ritardare la comprensione della composizione da parte dell’osservatore, come nel caso di Fiorisce dalle ossa (Opera a P 69), in cui il corpo della donna viene afferrato da una mano virile che affonda pesante nel seno della giovane. Talvolta, invece, è il paesaggio che circonda le figure ad essere il vero protagonista, come ne Il tempo dell’altro (Opera a P 70), dove lo sguardo di un essere giovane ci osserva nascosto da una folta vegetazione. Il volto assume un colorito più caldo e il suo sguardo è penetrante e sembra chiedere al fruitore di seguirlo.
Non ci sono riferimenti chiari nei suoi lavori. Potremmo infatti essere in ogni luogo e in ogni tempo, e i titoli delle opere, spesso spiazzanti – come quello del tondo Il vostro piatto non m’illude – provocano nel fruitore un senso di vertigine, stuzzicando forse appetiti primordiali. Anche se Iva, attraverso i suoi dipinti, non vuole giudicare, né men che meno commentare: vuole semplicemente immergersi nelle storie e diventarne testimone, concedendoci la possibilità di non limitarci a consumare la scena ma esserne coinvolti, lasciando alla nostra immaginazione la possibilità di fare il resto. Iva, come per i disegni di Testori, non ci concede mai un attimo di pausa nei suoi dipinti, riempiendo la tela di pittura che spesso in fase di creazione continua anche sul muro; pausa che invece ci concede nei disegni, qui presentati in serie per la prima volta, che ci permettono di prendere fiato grazie alla cornice bianca che circonda i frame di una storia dai tratti apparentemente più morbidi.







