L’intervento sull’archivio della famiglia Testori viene ripreso da Ilaria Turba con l’esposizione, al primo piano, del Kaleidoscope[1] che riflette, moltiplicate, le immagini. Il caleidoscopio è anch’esso protagonista di uno degli “atti” di JEST; il pubblico è invitato a sperimentare questo dispositivo visivo utilizzando una nostra selezione di fotografie dall’archivio privato della famiglia Testori. Nella stessa sala è esposta l’immagine di un gruppo familiare in barca, con il suo ingannevole doppio speculare.
[1] Lo stesso caleidoscopio compare anche nella fotografia creata appositamente per il manifesto della mostra, dove accoglie un fermo immagine da L’Ouvert.
