Premio Giovanni Testori 2018 – I Vincitori

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TESTI VINCITORI

a) Per le arti figurative

1.  Per una tesi con impostazione trasversale tra arte e filologia (ex aequo):
Anna Lena con Giovanni Testori: il caso critico della sua tesi di laurea. Presentato da Alessandro Rovetta, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Anna Lena presenta e contestualizza un testo inedito e di grande importanza, non solo per la critica testoriana, la tesi discussa nel 1947 dallo scrittore e critico d’arte all’Università Cattolica di Milano, dal titolo: La forma nella pittura moderna, di cui si conoscevano finora solo le traversie occorse in fase di discussione. Giungendo la tesi di laurea di Testori, non al principio del proprio percorso critico, ma in qualche modo a sintesi di un periodo ricco di pubblicazioni, Lena ha colto l’occasione per raccogliere i dati oggettivi di un Giovanni Testori fino al 1947, presentandone una ricostruzione biografica puntuale, frutto di mirate ricerche di archivio presso gli istituti scolastici di ogni grado, dal Ginnasio alle due Università frequentate dallo scrittore, e trascrivendone con ordine e metodo i testi storico-artistici di quegli anni. È una tesi importante per la restituzione critica del momento storico e per la contestualizzazione nel percorso critico di Testori negli anni Quaranta del Novecento. Le domande che Testori si pone sulla pittura, propria e altrui, alla ricerca di una nuova via per l’arte cristiana, sono la base indispensabile per cogliere i successivi sviluppi del pensiero e dell’opera di Giovanni Testori.

Nicolò Rossi con Sicut Johannes. Studio Filologico e critico su gli angeli dello sterminio e su un progetto di triologia. Presentato da Salvatore Silvano Nigro, IULM MIlano

Il lavoro è costituito da quattro parti, raccordate secondo un’originale struttura. La prima affronta gli ultimi anni di vita e di malattia di Testori: ne esce un ritratto dell’autore, fortemente empatico anche nello stile, che vale da premessa allo studio, filologicamente assai arduo, dei manoscritti conservati nel Fondo Mondadori che occupa la seconda parte. Nella terza parte viene indagato criticamente il testo de La cattedrale, mettendo in relazione le figure dei personaggi con le suggestioni pittoriche caravaggesche (San Giovanni Battista) e di altri pittori del Seicento (Tanzio da Varallo in primis) e del Novecento. La quarta parte riporta la trascrizione di alcuni inediti reperiti nelle carte d’archivio e pazientemente ricostruiti: La peste a Milano, Fulbe Bororo, Infera Mediolani. Si tratta dunque di una tesi di grande impegno, sia ecdotico sia esegetico, che fa meritoriamente luce sull’officina dell’ultimo Testori. In virtù del suo carattere di lavoro trasversale agli interessi dell’autore studiato, la si è voluta premiare per la sezione «Storia dell’arte».

 2. Per un saggio di critica d’arte (ex aequo):
Tommaso Tovaglieri con Dicevo di te, Elsa de’ Giorgi. Presentato da Marco Belpoliti, Università degli studi di Bergamo

E’ una ricognizione critica sulla vita della scrittrice e attrice Elsa De’ Giorgi, fatta con materiali di prima mano, a partire da archivi finora non esplorati. L’abbondanza di materiale nuovo permette di tracciare un profilo diverso del personaggio cruciale anche per le vicende artistiche e collezionistiche dell’Italia dopo la seconda guerra mondiale.
Il saggio frutto di una ricerca di prima mano e ricco di spunti, intreccia osservazioni critiche ( per esempio quelle su Pontormo e sulla sua fortuna visiva grazie al libro sulla Maniera di Briganti ) in modo intelligente, presentando un profilo più ricco della De’ Giorgi e del contesto culturale che la circonda, da Roberto Longhi a Luchino Visconti, passando per Salvemini e Calvino.  Riporta in appendice un inedito di Pier Paolo Pasolini, ritrovato da Tovaglieri: la presentazione a Un coraggio splendente di Elsa De’ Giorgi,   di  indubbia importanza perchè  diviene per lo scrittore, occasione di enunciazione di poetica.

Stefano De Bosio con Frontiere. Culture figurative ad Aosta e nell’arco alpino occidentale tra Quattro e Cinquecento. Presentato da Giovanni Romano, Università degli studi di Torino (emerito)

Ricco di materiale inedito, sia documentario che fotografico, lo studio di Stafano De Bosio, setaccia, con particolare precisione di ricerca e analisi, la produzione artistica rinascimentale ad ampio raggio nel territorio considerato: vetrate, sculture, miniature e affreschi, con attenzione alla committenza e all’individuazione di personalità prima sconosciute, come Ambrogio Bellazzi, impegnato nella cattedrale di Aosta. La maturità metodologica dimostrata e il rigore scientifico perseguito da De Bosio dimostrano l’attualità e fecondità di una ricerca tradizionale nei mezzi e innovativa nelle piste di ricerca che è in grado di aprire.

b) Per la letteratura

1. Per una tesi di laurea:
Angela Siciliano con Una notte del ’43 di Giorgio Bassani. Edizione e studio critico. Presentata da Paola Italia, Università di Bologna

Si analizza il racconto inedito “Una notte del ‘43”. il testo narra di un fatto realmente accaduto il 15 novembre 1943, quando alcuni membri del CNL vennero fucilati dai fascisti, mentre Bassani, trovandosi fuori Ferrara, scampò alla rastrellata.  Il lavoro si articola in due parti:  la prima concerne la genesi dell’idea di racconto, il metodo di lavoro, la scoperta di Flaubert e il progressivo avvicinarsi al realismo, le fonti del racconto inedito, la poetica dell’autore, la struttura ad anello e il personaggio narrante (Barilari, alter ego di Bassani),i caratteri della prosa “lirica” di Bassani. La seconda parte è costituita dall’edizione critica e dall’analisi filologica del manoscritto rinvenuto tra le carte del Fondo Bassani. Si tratta di un lavoro sostanzioso e importante, soprattutto per l’edizione critica dell’inedito. L’analisi è condotta con acribìa e sicure competenze tecniche, nonchè con grande sensibilità interpretativa. Dal confronto tra gli originali scaturisce l’indicazione di un metodo di composizione e di una poetica ben definiti dello scrittore/storico Bassani.

 2. Per una testo letterario (ex aequo):
Daniele Gaggianesi con Qohelet De La Barona, Poesie in lingua milanese. Presentato da Franca Nuti

Si tratta di un poemetto in versi liberi, suddivisi in dodici sezioni, in dialetto milanese, con traduzione e “note”. L’ispirazione è biblica e il personaggio di Qoehelet é inserito in un contesto affatto contemporaneo: quello dell’ universo asfittico della stanza in cui un adolescente, affetto da anedonia, si è rinchiuso per comunicare solo via web con i complici – suoi unici interlocutori – un efferato crimine,  mai nominato e  sempre incombente. Forte è il contrasto tra il dialetto milanese, che rievoca nel lettore  i toni domestici degli ambienti tessiani, e  gli acronimi del gergo informatico, attraverso il quale si esprimono quanti si autorecludono, avendo scelto di vivere nel web piuttosto che nel mondo. Lavoro degno di nota, drammatico ma accorato, in cui il male di vivere viene declinato nelle sue diverse tonalità. Ciò che resta è il dolore e la rabbia per la mancanza di senso della vita.

Fabrizio Sinisi con Guerra Santa, Testo teatrale. Presentato da Gabriele Russo (Teatro Bellini, Napoli )

Il testo è una tragedia che affonda nel contemporaneo della nostra storia e utilizza il dualismo tra due posizioni diverse, ma specchio della stessa moneta: Padre Lorenzo, un prete cristiano e Laila, una giovane convertita alla religione musulmana. Altro personaggio è Daniele, angelo dello sterminio, grande assente ma motore delle vite che animano la storia. Qui vale  l’assunto biblico che gli angeli del male ( gli angeli dello sterminio ) sono fatti della stessa materia di quelli del bene. Dio c’è, ma è terribile perché si comporta come se non esistesse: giunge alle posizioni estreme del nostro vivere, sanguina ma non lo da a vedere, si ricompone infine con una grazia maledetta, di sapore testoriano. Politico e privato si intrecciano in un groviglio di ragioni e passioni che non può che finire in tragedia, individuale e collettiva.
 Il registro è alto, non aulico rivela una indubbia tenuta poetica, che cattura chi legge ed ascolta.

FINALISTI
Luca Abbattista –  Gli autori francesi nel “Candido” di Leonardo Sciascia
Elena Arnone –  Le storie di Maria 
Michele Bertolino – Decentralizzazione e contesto: ipotesi per una filosofia dell’arte
Laura Cannella – Charles Henfrey (1818-1891) Collezionista
Sergio Di Benedetto – Depurare le tenebre degli amorosi miei versi La lirica di Girolamo beni vieni
Andrea Fabbri – Racconti Sulla Duna 
Giuditta Fornari – Giovanni Testori: “performances” di drammaturgia
Federico Maria Giani – Ripensare Giovanni da Monte 
Claudio Gulli – La collezione Chiaramonte Bordonaro 
Daniela Iuppa – Un’inquieta fedeltà. Giovanni Testori e Alessandro Manzoni 
Vincenzo Latronico – La parte maledetta 
Mirto Milani – Musica e DSA: L’incontro di due Universi 
Mita Nunzia – FollEsserci 
Federica Nurchis Il patrimonio artistico del monastero benedettino di Santa Grata in columnellis a Bergamo 
Angelo Passuello – Il cantiere di San Lorenzo a Verona nel contesto del romanico europeo Gli autori francesi nel “Candido” di Leonardo Sciascia 
Valeria Patota – Minotauropatia-Ritratto di famiglia 
Chiara Perin – “Il coraggio dell’errore” Realismo in Italia, 1944-1954 
Laura Pernice – La parola negli occhi. Il genio di Testori tra letteratura e arti figurative 
Antonio Piccolo – Il sogno di Morfeo 
Fabio Pisano – Hospes, -itis 
Eugenio Refini – Teatro del Mondo, Teatro dell’Anima
Elena Rivoltini – Il Sacro Monte 
Pietro Santetti – Una di quelle vecchie storie vere
Jordi Valentini – Questa morte che non ha luogo 

Posted on: 19 Dicembre 2018, by : Alessandro Frangi
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