La presenza di un artista che lavora con mezzi tecnici come scanner e fotografia è un fuori campo che ha una sua ragion d’essere nella natura profondamente pittorica delle sue immagini. Calabrese, nei suoi lavori, più che inseguire la pittura sembra mettersi in fuga per sperimentare stati futuri della pittura stessa.The Long Thing: Re-assembling Images è un’opera presentata alla Fiera di Amsterdam quest’anno. Si tratta di un lavoro nato da un processo partecipativo: a visitatori, colleghi e altre figure legate al mondo dell’arte, Calabrese ha chiesto di donare una foto contenuta nel cellulare e quindi di eliminarla.Le foto arrivate sono state quindi stampate e inserite in un apparecchio che distrugge i documenti. I frammenti di carta sono stati messi via via su uno scanner piano e l’artista, con i suoi interventi, ha disturbato le immagini in fase di scansione.L’esito è quello che abbiamo sotto gli occhi: immagini che registrano una sorta di perturbazione psichica, come fattore che accomuna le biografie di chi, attraverso la propria immagine, è confluito nell’opera. Biografie convocate a condividere una situazione che la pulizia visiva di un artista come Calabrese rende fattore comune.
Alessandro Calabrese è nato a Trento nel 1983. Vive e lavora a Milano.