A cinquant’anni dalla scomparsa di Mariuccia, grazie alla generosità della famiglia, viene indetto il Premio Mariuccia Testori Paracchi, destinato a sostenere l’attività di un giovane artista emergente.
Luca Doninelli: Ricordi come nacque la tua passione per l’arte, per la letteratura?
Giovanni Testori: Avevo una cugina che dipingeva. La mia famiglia e quella del fratello di mio padre abitavano nella stessa casa, in due appartamenti separati ma comunicanti. Mi regalava sempre, fin da quando ero bambino, libri e libretti dedicati ai pittori (prima, però, strappava le immagini troppo ardite, come le Veneri e altre cose del genere).Questa cugina era maggiore di me di circa dodici anni e io andavo ogni giorno a trovarla, nel salottino dove lavorava, e in silenzio seguivo le fasi del suo lavoro: dai primi schizzi a penna ai disegni fatti a carboncino e da questi all’esecuzione finale, quando i colori schizzavano dai tubetti. Ero stupito tanto dalla materia quanto dalla volontà di costruire che c’era in lei. Faceva nature morte, paesaggi, e anche alcuni bellissimi ritratti.
Entrando in Casa Testori, l’ingresso e la grande scala dividevano i due appartamenti: a sinistra, sopra e sotto, viveva la famiglia di Edoardo e della moglie Lina, genitori dello scrittore Giovanni Testori, di Piera, Giuseppe, Marisa, Lucia e Gabriella; a destra viveva lo zio Giacomo con la moglie Giuseppina Rusconi e i figli Angela (Angiùla), Angelo e Mariuccia, la cugina di cui parla Testori in questa intervista del 1992. Mariuccia Testori (1911-1962) si dedicò presto alla pittura e al disegno, arrivando a partecipare ad alcune esposizioni collettive alla Permanente di Milano negli anni Trenta; la sua produzione è ristretta a pochi anni, tra il 1935 e il 1942. Mariuccia, che si era sposata con Piero Paracchi, dopo la nascita della seconda figlia, Anna (1941), si era dedicata alla famiglia. In seguito ebbe altri tre figli: Giacomo, Marta e Letizia. Testori rimase riconoscente tutta la vita verso l’amata cugina, così importante per la sua precoce fascinazione per il colore e la pittura, ma anche testimone di una totale dedizione all’alveo famigliare, così importante per la storia di questa casa, e per lo scrittore.
Il premio è stato vinto da Aleksander Velišček, scarica qui il comunicato.