La pagina di Bonvesin dedicata ai frutti di cui era ricca Milano è una pagina esuberante di sapori e di colori.
«I verdeggianti frutteti… Sono spessissimo ricchi di ottimi frutti quasi di ogni genere, che offrono al gusto dell’uomo il piacere di un buon sapore».Bonvesin, come sua abitudine, è preciso e dettagliato. Dice che le «prugne, bianche, rossicce, gialle e damaschine»vengono prodotte in «abbondanza quasi sterminata». Poi assicura che anche «pere e mele estive appaiono in sovrabbondanza». Per le mele poi specifica che Milano è ricca anche dei «pomi invernali», dei «pomi cotogni»e dei «pomi granati, buoni in particolare per coloro che sono ammalati»(una pianta di melograni era presente anche nel giardino di Casa Testori).
L’elenco prosegue citando i «fichi che vengono chiamati fioroni»; «le nocciole domestiche, poi le corniole, più adatte alle donne». E poi persino le mandorle («benché poche», scrive Bonvesin). Bellissime sono in particolare le righe dedicate alle noci.
«Noci in abbondanza incredibile, che i cittadini, cui questo piace, usano mangiare per l’intero corso dell’anno alla fine di ogni pasto. Le triturano anche e le impastano con uova e cacio e pepe, facendone un ripieno per le carni della stagione invernale. Dalle noci ricavano pure l’olio, che da noi viene usato largamente».