Stanza 14
Invitato da Alessandro Mendini
A pochi mesi dalla morte, Casa Testori rende omaggio ad Angelo Mangiarotti, grande architetto e designer, uno dei protagonisti della Scuola di Milano. È un omaggio che intende sottolinearne le caratteristiche progettuali: una forte carica visionaria unita a una conoscenza quasi artigianale dei materiali. Mangiarotti rispetto agli altri esponenti della Scuola di Milano aveva una vocazione a immaginare e progettare grandi infrastrutture, come in effetti si è realizzato con le stazioni del passante ferroviario milanese. Tante altre idee sono invece rimaste sulla carta, e ce le ha lasciate raccontandole in decine di studi e di disegni che restituiscono in pieno il fascino delle sue invenzioni. Lo Stadio di Catania, che un gruppo di costruttori gli aveva commissionato in vista dei Mondiali di Calcio del 1990, è una di queste invenzioni.
Mangiarotti, capace di trarre forme quasi utopistiche da riferimenti molto quotidiani, per concepire lo Stadio parte dalla forma della nassa, un attrezzo per la pesca a forma di gabbia cilindrica o sferica. Lo Stadio sembra infatti planare sui fogli di carta proprio come un’astronave. È un volume unico e compatto, costituito da una struttura reticolare di tubolari in acciaio con tamponature leggere, opache e vetrate. Quando nel 2008 venne inaugurato lo Stadio Olimpico di Pechino, progettato da Herzog-De Meuron su un concept di Ai Weiwei (il famoso “nido di rondine”), tanti chiamarono Mangiarotti complimentandosi perché quella sua idea futuribile di vent’anni prima era diventata realtà.
Per la realizzazione di questa stanza è stata essenziale la collaborazione di Anna Mangiarotti e di Kinue Horikawa.
Angelo Mangiarotti è nato a Milano nel 1921. Muore a Milano nel 2012.