Stanza 20
Invitata da Stefano Arienti
Il progetto pensato per questa stanza esprime una riflessione concernente due differenti elementi, riuniti, però, sotto lo stesso segno; uno è legato alla tecnica dell’incisione, nei suoi diversi aspetti processuali, l’altro si riferisce al ruolo della luce nell’incisione stessa e quindi alla sua percezione attraverso la ponderazione di diverse dimensioni spazio-temporali. La processualità propria dell’incisione viene apparentemente interrotta nell’opera Phos III. Essa, benché rimasta in forma di matrice, lascia spazio alla luce che insediandosi nei segni incisi, come se fosse inchiostro, fa emergere il paesaggio rappresentato, che a sua volta, tra le corrosioni e le inflorescenze che il tempo ha lasciato sull’alluminio, si sottopone. Tale discorso si ripresenta nell’opera site-specificAbete dove il segno inciso viene percepito sempre grazie a essa. Tale opera catapulta all’interno della stanza l’abete presente nel giardino di Casa Testori ed è il motivo principale per cui ho scelto questa stanza: l’albero in questione è esattamente centrato nella finestra che viene percepita, di conseguenza, come inquadratura perfetta di un elemento molto affine nella struttura architettonica alle forme che rappresento. La virtualità di questo soggetto che si astrae dal suo contesto introduce la dimensione metafisica dei tre disegni Dark I, II e III, in cui la luce non è più fisica ma interamente mentale ed è espressa attraverso l’uso della penna nera e quindi dell’inchiostro, che si staglia sulla superficie metallica dei cartoncini che imitano la lastra di incisione.
Gaia Carboni è nata a Torino 1980. Vive e lavora a Fidenza.