Massimo Kaufmann e Maria Morganti
Un progetto di Associazione Giovanni Testori
Casa Testori
4 Aprile – 11 Maggio 2014
QUELL’ABBRACCIO DI COLORI
Davide Dall’Ombra
Ed è pur vero che le due camelie in giardino fioriscono quando i termosifoni sono ancora accesi.
Dire primavera a Casa Testori significa riaprire porte mai chiuse, allestire una nuova mostra intorno al cuore pulsante delle due associazioni che la animano.
Mentre si lavora a future esposizioni, visite guidate ed eventi, si avvicendano con sempre maggior frequenza artisti intenti a sbirciare le proprie stanze per un nuovo Giorni Felici ormai alle porte. E sorprende che, ancora una volta, alcuni di loro si contendano la scrivania con il tesista o dottorando di turno, per consultare l’archivio di fotografie e scritti su Giovanni Testori.
Aprire questa Casa al contemporaneo si sta rivelando anche il modo più efficace per mandare in circolo l’opera di Testori, portandolo dove pulsa la vita artistica che lo scopre o riscopre con entusiasmo, dando vita ad una schiera di inaspettati testoriani. Tutto avviene in modo naturale, senza bisogno di committenze o suggerimenti, basta lasciare camminare gli artisti tra queste venti stanze, solo apparentemente vuote.
Questa mostra è l’esito di un’elaborazione condotta in diversi anni di lavoro da due artisti uniti da una profonda sintonia visiva che hanno dato vita a un progetto tenacemente voluto, nato per queste stanze. Massimo Kaufman, autore tra l’altro di un’importante intervista a Testori già nel 1986 e protagonista di Giorni Felici nella sua prima edizione, ha chiamato a raccolta artisti di primo piano nello scenario figurativo italiano, per una stanza destinata a sorprendere e ammaliare. Maria Morgantiha indagato uno dei più importanti libri testoriani, Il gran teatro montano, scoprendo con il critico una sintonia profonda che va ben oltre le apparenze – Testori è stato uno dei più feroci difensori della pittura figurativa – attingendo cioè a quel livello profondo dei “colori oggetti” rintracciati da Testori nell’opera di Gaudenzio Ferrari e Tanzio da Varallo, in cui parole e colore, scrittura e pittura si abbracciano indissolubilmente.
LA MOSTRA
Il progetto, ideato appositamente per la dimora di Giovanni Testori, ha visto i due artisti occupare il pian terreno con progetti distinti, che si compenetravano in alcuni momenti di contatto e di confronto.
Massimo Kaufmann ha scelto di ricreare un giardino d’inverno, un’opera corale site-specific realizzata grazie alla collaborazione di Stefano Arienti, Marco Cingolani, Giovanni Frangi, Andrea Mastrovito, Fulvia Mendini, Katja Noppes, Michela Pomaro e Massimo Uberti, chiamati a dipingere le pareti di una delle stanze. Gli artisti, seguendo le linee guida indicate da Kaufmann, hanno disegnato ognuno una striscia di muro senza conoscere quelle accanto, secondo l’esempio del cadavre exquis, il celebre gioco surrealista.
Maria Morganti ha tratto spunto da Il gran teatro montano di Giovanni Testori e dalle descrizioni delle opere di Tanzio da Varallo e di Gaudenzio Ferrari al Sacro Monte di Varallo. Partendo da questi punti di riferimento, l’artista ha lavorato sul confronto tra colore scritto e colore dipinto, tra parola e opera, attraverso un’analisi attenta del testo che ha dato origine a una stratificazione intensa, in cui diventa difficile definire se il testo abbia preceduto il quadro o viceversa. Il risultato di questo processo è stato una sedimentazione di veli di olio su tele, carte e sculture in rodocrosite e travertino, che occupavano il salone principale e la veranda della casa.