Stanza 3
Invitato da Massimo Kaufmann
“Images of broken light,
which dance before me like a million eyes,
that call me on and on across the universe”
Il mio lavoro è istintivo, ed è emotivo. Non so mai cosa esce fuori. Io voglio essere sorpreso. Voglio che l’immagine mi superi e che io stesso mi trovi a domandarmi da dove viene e che cosa sia. Fare un quadro è come fare una lunga passeggiata, senza sapere dove arrivo e scegliendo sempre vie sconosciute, perdendomi spesso negli angoli bui della mia mente e ritrovandomi un attimo dopo illuminato dalle luci nervose delle macchine frettolose. Si procede fino ad un punto, punto in cui mi accorgo che il lavoro funziona. Quel punto è sempre misterioso e raggiungerlo è fonte di enorme soddisfazione. Un passo dopo anch’io sono spettatore (mai oggettivo), trovo spesso in un quadro le diverse emozioni vissute. La pittura è un’esperienza emotiva. Il quadro è una concentrazione di energia, spesso incontrollabile.Il titolo è preso dalla canzone Across the Universe dei Beatles, anche se l’idea mi è venuta ascoltando la bellissima cover fatta dai Laibach. La canzone viene definita “cosmic ballad”. Mi piace l’idea che un’emozione possa essere personale, universale e anche cosmica. Mi piacciono le opere d’arte che hanno questa tendenza, anche se solo nella testa dell’artista. Anche quando rappresentiamo i frammenti è importante ricordare sempre che tutte le cose nell’universo sono collegate. Nikola Tesla diceva: “Tutto ciò che vive è legato a un rapporto profondo e meraviglioso: l’uomo e le stelle, l’ameba e il sole, il nostro cuore e la circolazione di un numero infinito dei mondi”.
Branko Jankovic è nato a Belgrado nel 1978. Vive e lavora a Milano.