La storia della casa
Il contesto
La grande casa di Novate fu costruita dai fratelli Testori Giacomo ed Edoardo, padre di Giovanni. I due avevano fondato la F.lli Testori Filtri e Feltri a Saronno e agli inizi del secolo avevano spostato l’attività a Novate dove tutt’oggi la fabbrica di famiglia continua ad operare. Tra il 1908 e il 1909 Giacomo fece costruire la casa dove, finita la guerra, andò a vivere anche il fratello Edoardo e la moglie Lina Paracchi. Dal loro matrimonio nacque nel 1923 Giovanni, terzo di sei fratelli. Attorno al 1933 l’espandersi delle famiglie spinse Edoardo e Giacomo ad ampliare la villa facendo costruire la zona del salone, della veranda e delle camere al primo piano. Giovanni Testori visse in questa casa tutti i suoi giorni ad eccezione di una breve parentesi milanese tra il 1965 e il 1970.
La casa oggi rimasta vuota ha ospitato per anni tantissimi quadri collezionati da Giovanni Testori.
Ciò che colpiva un ospite entrando nella grande casa di Novate era la quantità e bellezza dei quadri che ne coprivano le pareti. Giovanni Testori fu un grande collezionista di dipinti antichi e moderni ed era il suo stesso metodo di critico d’arte a richiederlo. Quando cominciava ad interessarsi ad un pittore ne acquistava tutti i dipinti che trovava, spesso recuperandoli al loro autore da piccoli antiquari, rigattieri o mobilieri. Alcuni quadri rimasero in casa per molti anni e se ne distaccò solo per necessità economica, ma la maggior parte sostavano solo per qualche anno sulle pareti, il tempo di essere studiati a fondo.









Anni '40 - '60
Alla fine degli anni Quaranta alle pareti della casa erano appesi i quadri dipinti da Testori stesso. La giovane età di Testori è solo uno dei fattori da considerare per capire perchè la collezione non aveva ancora preso il via. Motivo principale era il fatto che in quegli anni l’attività principale di Testori non era ancora quella di critico ma quella di pittore. Bisognerà aspettare, infatti, la fine del decennio perchè il momentaneo abbandono della pittura, la sua gravitazione attorno a Roberto Longhi e le prime mostre d’arte antica in Piemonte lo portino ad iniziare la sua atipica attività di collezionista.
Nel corso degli anni Cinquanta arrivarono così capolavori di Francesco Cairo, Giovan Battista Moroni, Carlo Ceresa, Pier Francesco Guala, Cerano e Giacomo Ceruti… All’inizio degli anni Sessanta, le pareti libere del primo piano, nella parte di casa abitata dalla famiglia di Giovanni Testori, erano completamente coperte di quadri. Fu così che, nella sala da pranzo, su due pareti colme a più livelli, si fronteggiarono decine di dipinti attribuiti a Giacomo Ceruti e Gustave Courbet.












Anni '70
Negli anni Settanta la casa di famiglia si riempì principalmente con le opere di tre artisti contemporanei con i quali Testori ebbe un rapporto d’amicizia e che devono gran parte della loro fortuna ai suoi saggi critici: Josè Jardiel, Willy Varlin e Paolo Vallorz. Praticamente ogni parete venne spartita tra questi tre pittori di cui Testori possedette decine di quadri. Non mancavano tuttavia opere dei maestri del Novecento, alcuni dei quali allora praticamente sconosciuti in Italia, come Richard Gerstl, gli esponenti della Nuova Oggettività , Francis Gruber e Francis Bacon.















Anni '80
Dai primi anni Ottanta Testori ebbe un ritorno alla pittura antica, che lo portò a collezionare pochi ma importanti dipinti che conservò fino agli ultimi anni nella sua camera da letto al secondo piano. Il pian terreno, ad eccezione di due dipinti di Gaudenzio Ferrari e Fra Galgario, era interamente occupato dalle opere di giovani pittori lanciati da Testori; tra loro i “Nuovi Ordinatori” e in particolare Klaus Mehrkens, Thomas Schindler ed Herman Albert e i “Nuovi Selvaggi”, primo fra tutti Rainer Fetting.
















