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Il progetto Alpina

Il progetto ALPINA nasce dall’incontro delle ricerche di Barbara De Ponti e Fabio Marullo che, parallelamente alle proprie attività artistiche, hanno deciso di intraprendere un cammino comune, un viaggio costellato da tappe e incontri che portano nuovi approfondimenti e nuovi punti di osservazione. Lungo questo percorso si è aggiunto l’apporto critico-teorico di Alessandro Castiglioni.

In questa prima fase, il team di operatori-ricercatori culturali è interessato a setacciare i fondi archivistici, raccogliere informazioni e dati scientifici in situ che daranno vita a talk e workshop pubblici e, in futuro, a opere ed esposizioni.

ALPINA è un progetto a lungo termine che nel mese di agosto 2021 è entrato nel vivo con una spedizione presso il Ghiacciaio dei Forni, il più grande ghiacciaio vallivo italiano, l’unico di tipo himalayano, in Alta Valtellina, nel settore lombardo del Parco nazionale dello Stelvio.

ALPINA compie il suo viaggio in collaborazione con Casa Testori e l’Associazione Ardito Desio nello spirito di Ardito Desio, tra i primi esploratori-geologi a studiare il Ghiacciaio dei Forni (la sua prima spedizione risale al 1938). 

Casa Testori si fa archivio della memoria per questo progetto artistico, accompagnandolo fin dai suoi primi passi. In questa teca viene esposto man mano il materiale che gli artisti stanno spedendo dalle loro esplorazioni: un archivio in divenire a disposizione degli sviluppi che prenderà il progetto.

Pubblichiamo di seguito una riflessione dell’artista Barbara de Ponti, sul tema del rapporto fra uomo e natura, oggi più che mai attuale.

Tutto dipende da come si percepisce il tempo.
Di quanto e per quanto tempo ci si sente responsabili del proprio agire.
Il tempo brevissimo dell’essere umano, dalla sua comparsa come specie a quello del singolo esemplare, non facilita la lungimiranza. Il nostro ricondurre ogni cosa ad una scala antropocentrica non aiuta, non aiuta principalmente l’infestante ma fragile Sapiens.
E’ diverso l’atteggiamento solo per chi si è formato con la più romantica tra le scienze, la geologia e le scienze della terra, e la filosofia.
Ancora una volta viene in aiuto Walter Benjamin, quando recupera da Ernest Bloch uno dei concetti cardine del suo pensiero: “Irruzione nel presente di una esigenza che viene dal passato, non nel senso di una restaurazione di ciò che fu, ma in vista di una nuova e originale esperienza del presente. Il passato, in determinate occasioni, irrompe con le sue esigenze nel presente facendolo saltare. Stiamo quindi parlando di un passato che non avrebbe esaurito le sue possibilità nel momento in cui accadeva, un passato cioè che conterrebbe una sorta di slancio verso il futuro”.
Ma non diamo ascolto a ciò che ci viene detto, in realtà sottovoce: è scomodo e faticoso, soprattutto per questa parte di mondo così viziata nel pensarsi autorizzata a sfruttare tutto e tutti che nemmeno si accorge di quanto sia cinica e tossica la comunicazione dei propri modelli di cambiamento, così esigui o addirittura conniventi con chi non desidera nessun cambiamento.
L’arte si è da sempre interessata a questioni legate alla natura del tempo, contribuendo a nuove visioni anche in altri ambiti in cui l’uomo ha posto i medesimi quesiti. E’ da tempo il momento in cui il mondo dell’arte dovrebbe prendersi e avere riconosciuta più responsabilità.

IG: @progettoalpina

CURATELA. 4 CURATORI A CASA TESTORI

Ottobre 2021

In occasione dell’ultimo mese di apertura di CuratelaCasa Testori ha invitato critici e curatori in grado di generare un dibattito pubblico per approfondire la tematica affrontata dalla mostra: il confronto tra l’arte contemporanea e del Novecento con la figura del critico-curatore.
Il dialogo si è strutturato in tre appuntamenti:

Incontro con Emma Zanella e Alessandro Castiglioni
9 Ottobre 2021
Emma Zanella è la direttrice del museo MAGA di Gallarate. Alessandro Castiglioni è vicedirettore e senior curator del museo MAGA di Gallarate.
Il museo MA*GA ha recentemente ospitato la mostra dell’artista Marzia Migliora Lo spettro di Malthus e di Francesco Bertocco Historia, e gli stessi Zanella e Castiglioni sono i curatori della mostra in corso: Impressionisti. Alle origini della modernità.
Riguarda l’incontro

Incontro con Demetrio Paparoni
16 Ottobre 2021
Demetrio Paparoni è un critico d’arte e curatore indipendente. Ha recentemente curato la mostra L’ultima cena dopo Leonardo alla Fondazione Stelline di Milano e, nel 2020, ha pubblicato, insieme a Arthur Danto, Arte e poststoria: Conversazioni sulla fine dell’estetica e altro.
Riguarda l’incontro

Incontro con Eva Fabbris
23 Ottobre 2021
Eva Fabbris è exhibition curator per Fondazione Prada. È curatrice associata della mostra Stop painting, in corso alla sede veneziana della Fondazione, e di Project Room, un programma della Fondazione Arnaldo Pomodoro dedicato ai più recenti sviluppi del panorama artistico internazionale.
Riguarda l’incontro

CURATELA. Spin-off Parenti

Teatro Franco Parenti – Sala Giovanni Testori
17-19 settembre
Preview stampa 16 settembre

In occasione di ArtWeek 2021, Casa Testori e il Teatro Franco Parenti presentano al pubblico una nuova esposizione estemporanea, allestita nella sala dedicata a Giovanni Testori, scrittore, drammaturgo e critico d’arte all’origine delle rispettive storie…Si tratta di una sorta di spin off della mostra “Curatela”, allestita in queste settimane a Casa Testori, a Novate Milanese. Un ponte culturale e artistico teso tra i due luoghi così legati fra loro e offerta ai visitatori del Parenti e dei Bagni Misteriosi, in questi giorni dedicati all’arte contemporanea.

Quella allestita a Novate, “Curatela”, è la mostra curata da Davide Dall’Ombra che lancia il progetto “(Ri)cambio la visita”, sostenuto dalla Fondazione di Comunità Milano, con il patrocino del Consiglio Regionale della Lombardia. Un’esposizione che vede al fianco di tre grandi maestri del ’900, Giorgio Morandi, Filippo de Pisis ed Ennio Morlotti, proprio i tre giovani artisti contemporanei bn+BRINANOVARA, Alberto Gianfreda e Fabio Roncato, presentati in queste sale.
Ad essere indagato è il ruolo del critico e del curatore, raccontando i diversi approcci nel rapporto con l’artista, adottati per dar spazio e parola alla sua opera, interrogandosi su come esporla e/o raccontarla ma anche collaborando alla definizione del processo artistico che la genera. S’intesse così il filo conduttore tra i sei artisti presentati che dà il titolo alla mostra, la CURATELA, appunto, squadernando i mezzi del passato e del presente, capaci di innescare un processo di crescita e comprensione dell’opera d’arte che giovi all’artista e al pubblico.
Il percorso di questa mostra al Teatro Franco Parenti, nei vecchi spogliatoi della Piscina Caimi, è incentrato sui lavori dei tre giovani artisti e prende avvio dalla ricerca intrapresa nella mostra novatese, proponendo però opere nuove e inedite.

bn+BRINANOVARA

Il duo artistico bn+BRINANOVARA esplora la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello. Il lavoro di decostruzione del sistema compositivo come un linguaggio – a discapito degli aspetti iconografici – traduce la “struttura spaziale” in struttura “pittorica”, sostituendosi alla prospettiva. La loro opera ha un duplice valore: è sia un nuovo codice di “accesso” per l’immagine storica, sia un’immagine autonoma, con una nuova identità unitaria e contemporanea. L’ambito mediale rimane invariato ma l’immagine è forzata, ripetuta – sempre la stessa – più volte. Gli artisti deformano la struttura, forzano i limiti, fanno collassare gli equilibri, ridefiniscono le gerarchie, fino a rivelare nuove condizioni di esistenza per l’immagine che così riaccade.

Alberto Gianfreda

Alberto Gianfreda affronta il tema della distruzione in favore di un processo di ricongiungimento del frammento per generare una nuova bellezza e unità. Un grande vaso cinese di produzione industriale decorato con soggetti figurativi e floreali è dustrutto a martellate e i frammenti sono ricostruiti su una rete metallica. Il supporto è mobile e conferisce alla scultura la possibilità di trasformarsi nello spazio. Effimera, ispirata ai grandi tondi rinascimentali ceramici, continua la tradizione secolare italiana della ceramica da Andrea e Giovanni Della Robbia a Benedetto Buglioni, da Cantagalli a Ginori. Partendo però da un oggetto di origine cinese, la scultura vuole anche essere un’occasione di riflessione sui rapporti tra Italia e Cina. Le relazioni tra i frammenti infatti sono vincolate ma instabili pur definendosi nella forma perfetta del cerchio.

Fabio Roncato

Fabio Roncato porta in mostra l’ultimo esito della sua ricerca, che si esprime da anni nel rapporto inesausto di partecipazione con la natura. In Landscape torna la centralità del processo artistico, che ha richiesto un susseguirsi di sperimentazioni e tentativi, articolandosi in diverse azioni complementari, perché “la superficie è la parte più esterna delle cose, che ci rivela la reazione di contatto tra la materia”.
I blocchi di terra vengono colorati in superficie con una vernice spray e adagiati sul pavimento generando i movimenti dell’assestamento impostogli dalla morfologia e dalla gravità. La vernice non può seguire puntualmente la terra e, inevitabilmente, asciugando, si contrae, sposta e crepa, registrandone, di fatto, il movimento. Interviene a questo punto un secondo materiale sintetico, la schiuma poliuretanica che, spruzzata sulla vernice, vi aderisce perfettamente, fissandone la forma. Irrobustita dalla schiuma, a sua volta armata da una fine rete metallica, la pellicola di vernice che ha registrato il movimento della terra è fissata per sempre e può essere liberata dalla terra stessa, grazie ad un processo d’immersione in grandi vasche d’acqua.

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Curatela. Spin-off Parenti
Un progetto di Casa Testori per il “Parenti District Art & Design”
In occasione della Milano Art Week 2021

Teatro Franco Parenti – Sala Giovanni Testori, dal 17 al 19 settembre

Preview stampa: 16 settembre dalle 10 alle 19

Ingresso: gratuito, con green pass obbligatorio

Orari: venerdìì – sabato– domenica, ore 10 – 19.00
informazioniwww.casatestori.it | info@casatestori.it | tel. +39.02.36586877
www.teatrofrancoparenti.com | biglietteria@teatrofrancoparenti.it | tel. +39.02 59995206

UFFICIO STAMPA CASA TESTORI
Maria Grazia Vernuccio – Mob. +39 3351282864 \ mariagrazia.vernuccio@mgvcommunication.it

PR E UFFICIO STAMPA FRANCO PARENTI
Carlotta Tonon – Mob. 339 6219432 | carlotta@carlottatonon.com
Francesco Malcangio – Mob. 346 4179136 | fmalcangio@teatrofrancoparenti.it

NASCITA APERTA

Emma Ciceri
Progetto di Casa Testori
A cura di Gabi Scardi
Produzione di Dok Mobile
Castello Sforzesco, Museo della Pietà Rondanini
14 Settembre – 12 Ottobre 2021
Casa Testori
9-30 Novembre 2021

In occasione di Milano Art Week 2021, i Musei del Castello Sforzesco, dal 14 settembre al 12 ottobre, hanno presentato Nascita Aperta di Emma Ciceri, un progetto di Casa Testori curato da Gabi Scardi
L’opera – due video proiettati in simultanea – è stata allestita negli spazi restaurati dell’ex Ospedale Spagnolo, dal 2015 sede del Museo della Pietà Rondanini.

Nascita Aperta è la performance che l’artista ha realizzato insieme a sua figlia davanti alla Pietà Rondanini di Michelangelo, l’ultima opera su cui ha lavorato. L’esperienza quotidiana di madre e figlia è quella di corpi che, per necessità, stanno stretti l’uno all’altro, in tanti gesti di assoluta normalità. Quel rituale quotidiano è stato portato e rivissuto da loro in lunghi momenti trascorsi davanti all’opera di Michelangelo, dove Madre e Figlio si trovano analogamente stretti in una relazione che lega i loro corpi in unicum scultoreo. 
«Portiamo la nostra esperienza quotidiana in visita al corpo di un’opera: la Pietà Rondanini di Michelangelo. – spiega Emma Ciceri – Abbiamo trascorso del tempo con la scultura lasciando che l’incontro diventasse ciò che è per i nostri corpi nell’ambiente di casa: una possibilità di ricerca. Nella Pietà Rondanini l’abbraccio tra la madre e il figlio crea un flusso vitale che non ci lascia distinguere dove finisca la vita e inizi la morte; la scultura è diventata per noi una fonte di domande intorno alla relazione tra i nostri corpi». 
«Nascita Aperta è un autoritratto e, nello stesso tempo, la metafora di una relazione che vede due vite legate inscindibilmente», spiega la curatrice Gabi Scardi. «È anche una dichiarazione di adesione alla vita e alla forma, non per ciò che deve essere, ma per ciò che è. Nell’insistere sui corpi, sui gesti, su quei rituali di contatto e di cura, le immagini di Emma Ciceri sono oggettive, esplicite, eppure interiori; interiore è il tempo che impongono, oltrepassando ogni contingenza».«Il rapporto madre e figlia, svelato da Emma Ciceri nelle pieghe di una toccante e intima umanità, è messo a confronto con l’immagine della Madre e del Figlio dell’ultima opera michelangiolesca», dice Giovanna Mori, Conservatrice del Museo della Pietà. «L’artista si esprime con fiducioso abbandono, riuscendo a mettere in evidenza la straordinaria attualità di un capolavoro che Michelangelo ideò senza alcuna committenza, mettendo a nudo la sua anima».

L’opera, che si componeva di due video proiettati in simultanea, è stata allestita in una delle nicchie, anch’esse restaurate, dell’ex Ospedale Spagnolo. «Siamo molto grati alla direzione del Castello Sforzesco per aver reso possibile sia la realizzazione di quest’opera di grande valore umano ed emotivo, sia la sua presentazione in questo spazio contiguo al capolavoro di Michelangelo, così amato da Giovanni Testori», ha detto Giuseppe Frangi, vicepresidente di Casa Testori, l’associazione culturale che ha sostenuto la produzione dei video di Emma Ciceri.
«L’avere individuato una convergenza rispetto alla Pietà Rondanini, con le sue figure drammaticamente fuse anche oltre l’ultimo respiro, dice come la cultura sia costitutiva della memoria individuale e collettiva, e viceversa l’esperienza, anche la più cogente, si sostanzi attraverso immagini assimilate, incorporate» ha concluso Gabi Scardi.

A rischio della vita

di Giovanni Testori
“L’Espresso” 9 novembre 1975

Sull’atroce morte di Pasolini s’è scritto tutto; ma sulle ragioni per cui egli non ha potuto non andarle incontro, penso quasi nulla. Cosa lo spingeva, la sera o la notte, a volere e a cercare quegli incontri? La risposta è complessa, ma può agglomerarsi, credo, in un solo nodo e in un solo nome: la coscienza e l’angoscia dell’essere diviso, dell’essere soltanto una parte di un’unità che, dal momento del concepimento, non è più esistita; insomma, la coscienza e l’angoscia dell’essere nati e della solitudine che fatalmente ne deriva. La solitudine, questa cagna orrenda e famelica che ci portiamo addosso da quando diventiamo cellula individua e vivente e che pare privilegiare coloro che, con un aggettivo turpe e razzista, si ha l’abitudine di chiamare “diversi”. Allora, quando il lavoro è finito (e, magari, sembra averci ammazzati per non lasciarci più spazio altro che per il sonno e magari neppure per quello); quando ci si alza dai tavoli delle cene perché gli amici non bastano più; quando non basta più nemmeno la figura della madre (con cui, magari, s’è ingaggiata, scientemente o incoscientemente, una silenziosa lotta o intrico d’odio e d’amore) e si resta lì, soli, prigionieri senza scampo, dentro la notte che è negra come il grembo da cui veniamo e come il nulla verso cui andiamo, comincia a crescere dentro di noi un bisogno infinito e disperante di trovare un appoggio, un riscontro; di trovare un “qualcuno”; quel “qualcuno” che ci illuda, fosse pure per un solo momento, di poter distruggere e annientare quella solitudine; di poter ricomporre quell’unità lacerata e perduta. Gli occhi, quegli occhi; la bocca, quella bocca; i capelli, quei capelli; il corpo, quel corpo; e l’inesprimibile ardore che ogni essere giovane sprigiona da sé, come se in esso la coscienza di quella divisione non fosse ancora avvenuta, come se lui, proprio lui, fosse l’altra parte che da sempre ci è mancata e ci manca. Mettere di fronte a queste disperate possibilità e a queste disperate speranze íl pericolo, fosse pure quello della morte, non ha senso. Io penso che non s’abbia neppure il tempo per fare di questi miseri calcoli; tanto violento è il bisogno di riempire quel vuoto e di saldare o almeno fasciare quella ferita. Del resto, chi potrebbe segnalarci che dentro quegli occhi, dentro quella bocca, quei capelli e quel corpo, si nasconde un assassino? Nella mutezza del cosmo queste segnalazioni non arrivano; e anche se arrivassero, torno a ripetere che quell’angoscia risulterebbe ancora più  forte e ci vieterebbe d’intendere. Si parte; e non si sa dove s’arriva. Per sere e sere, una volta avvenute l’incontro, l’illusione riprecipita in se stessa. Ma nella liberazione fisica s’è ottenuta una sorta di momentanea requie: o pausa; o riposo. La sera seguente tutto riprende; giusto come riprende il buio della notte. E così gli anni passano. La distanza dal punto in cui  l’unità perduta è diventata coscienza si fa sempre maggiore, mentre sempre minore diventa quella che ci separa dal reingresso finale nella “nientità” delle sue implacabili interrogazioni. Le ombre, allora, s’allungano; più difficile si rende  la possibilità che quell’incontro infinite volte cercato, finalmente si verifichi; più difficile, ma non meno febbricitante e divorante. La vicinanza della morte chiama ancora più vita; e questo più o troppo di vita che cerchiamo fuori di noi, in quegli incontri, in quegli occhi, in quelle labbra, non fa altro che avvicinare ulteriormente la fine. Così chi ha voluto veramente e totalmente la vita può trovarsi più presto degli altri dentro le mani stesse della morte che ne farà strazio e ludibrio. A meno che il dolore non insegni la “via crucis” della pazienza. Ma è una cosa che il nostro tempo concede? E a prezzo di quali sacrifici, di quali attese o di quali terribili e sanguinanti trasformazioni o assunzione di quegli occhi e di quelle labbra?

IO, PIER PAOLO PASOLINI

Un progetto di Casa Testori
Meeting di Rimini
20-25 Agosto 2021

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Dal 20 al 25 agosto 2021, al Meeting di Rimini, Casa Testori ha presentato Io, Pier Paolo Pasolini, mostra dedicata a uno degli intellettuali italiani che con la sua straordinaria personalità – regista, sceneggiatore, attore, poeta, scrittore, drammaturgo – ha segnato il XX secolo.

Perché Pasolini oggi? Perché Pasolini è un capitolo aperto nella nostra storia. È un intellettuale il cui scrivere, pensare, filmare, dibattere è sempre stato segnato da una ferita profonda.
Si può pensare che si trattasse di una ferita personale. In realtà se Pasolini è ancora così parola viva che brucia, anche a quasi 50 anni di distanza, è perché, per destino, si era fatto carico di una ferita collettiva, è stato il testimone ferito di un mutamento antropologico, di un cambiamento che ha investito innanzitutto la sua identità e la sua persona. E che ha il segno drammatico di una “mancanza”. Pasolini ha saputo far forza sulla nostalgia di ciò che era perduto, mettendo in azione un’intelligenza capace di smascherare, senza temere lo scandalo, tutte le ipocrisie del nuovo mondo vincitore.
La forza di Pasolini sta dunque in questa coincidenza tra piano personale e piano pubblico. Per questo le sue parole, per quanto scaturite dalla sua esperienza di intellettuale senza patria, pesano ancora sulla storia collettiva.

Il percorso della mostra Io, Pier Paolo Pasolini riaggancia questi due piani, ricorrendo soprattutto alla presa diretta: sono stati il volto e la voce di Pasolini, così tagliente e lucidamente dolorosa, a raccontarsi, in sei grandi videoproiezioni e in una performance collettiva e ininterrotta di letture dei suoi testi, affidata a più voci chiamate a restituire “vive” le sue parole.
Una mostra non per parlare di Pasolini, ma per sentir parlare Pasolini.

PASOLINI LIVE
Una performance pasoliniana

Il percorso espositivo in sei atti è stato aperto dalla performance Pasolini LIVE, che ha raggiunto via web un pubblico internazionale. Da una cabina di regia posta ad inizio mostra, è stata trasmessa una diretta pasoliniana continua: una lettura ininterrotta per oltre dieci ore al giorno di libri e raccolte di Pasolini (articoli, poesie, interventi) a cui hanno dato voce gruppi di attori, artisti e curatori, oltre ai visitatori della mostra e a volontari della Fiera, chiamati a leggere un brano di Pier Paolo Pasolini.
In alcune fasce stabilite della giornata la diffusione della parola pasoliniana è nata grazie alla lettura integrale di alcuni libri e raccolte d’articoli, affidata a giovani attori italiani, che si sono avvicendati in una catena ideale lungo i giorni, creando appuntamenti fisi per il pubblico internazionale che si è collegato.
Ma non solo. Il flusso di oltre 50 ore di performance, per 6 giorni consecutivi, è stato arricchito da ospiti speciali. Sono stati, infatti, coinvolti lettori appassionati, uomini e donne di cultura, poeti e giornalisti, musicisti e cantanti, medici e scienziati di ogni sensibilità e categoria, che sono intervenuti dalla mostra e da tutto il mondo con la propria voce, leggendo un brano di Pier Paolo Pasolini a loro caro.
Un palinsesto organizzato per un flusso continuo e un omaggio globale mai tentato per uno scrittore, capace di dar conto del tangibile interesse internazionale suscitato dall’intellettuale di Casarsa.

PASOLINI IN 6 ATTI

La mostra ha come elemento centrale 6 grandi videoproiezioni, pensate come 6 capitoli in cui raccontare altrettante sfaccettature, episodi creativi e biografici della vita di Pasolini.

“È difficile dire con parole di figlio”
Le origini e la madre

Raccontare del principale affetto di Pasolini, il rapporto con sua madre, è la chiave per introdurre il personaggio, le sue origini friulane, il trasferimento a Roma e la sua formazione. Fin da subito si è sentita la voce di Pasolini, che parla di sé e che legge una delle sue struggenti poesie dedicate alla madre.

“Il patrimonio della poesia popolare anonima”
La storia e la città degli uomini

L’attenzione di Pasolini per il patrimonio artistico italiano, per la sua integrità ma anche la difesa della sua centralità nella formazione delle nostre coscienze, nascono dal suo interesse artistico, dispiegato nella sua attività di pittore e disegnatore, e accesosi negli anni dell’Università a Bologna, grazie al suo professore, il grande critico Roberto Longhi.

“Manca sempre qualcosa”
La religiosità di Pasolini e il Vangelo secondo Matteo

Un tema cardine per cogliere la complessità di Pasolini è il suo rapporto con la fede, o meglio, con Cristo. Il suo Vangelo secondo Matteo era stato giudicato da L’Osservatore Romano, il miglior film mai fatto sulla figura di Gesù. Del film sono stati presentati alcuni personaggi chiave in una speciale proiezione immersiva che vuole rendere omaggio alla celebre opera dell’amico Fabio Mauri che coinvolse lo stesso Pasolini in una performance.

“Il modo di essere uomini”
Il vero fascismo è l’omologazione

Seguire gli occhi e la mente di Pasolini che si muovono sul paesaggio, sulla città, attraverso la sua storia, apre le menti dello spettatore sui piani antropologici, storici, architettonici e sociali della città e della sua espressione profondamente umana. Quello di Pasolini è un grido d’allarme, contro chi minaccia l’uomo e la società, corrodendola dall’interno, è la denuncia profetica e innamorata che hanno reso indispensabile la sua parola.

“Non si può scindere l’amare dal capire”
Il risveglio del popolo e Gennariello

Chi invece prostesa con tutta la sua forza, anche sentimentale, contro il regresso e la degradazione, vuol dire che ama quegli uomini in carne e ossa. Amore che io ho la disgrazia di sentire, e che spero di comunicare anche a te”. Con brevi spezzoni di interviste e brani, è stata evocata la potenza educativa di Pasolini, attraverso i celebri articoli raccolti in Scritti corsari e Lettere luterane, che si aprono con l’emblematico trattatello pedagogico Gennariello, contro l’omologazione, per la libertà dell’uomo. 

“Distruggere e annientare quella solitudine”
Il saluto di Giovanni Testori

Così chi ha voluto veramente e totalmente la vita può trovarsi più presto degli altri dentro le mani stesse della morte che ne farà strazio e ludibrio. A meno che il dolore non insegni la “via crucis” della pazienza. Ma è una cosa che il nostro tempo concede?” Il finale spetta allo scritto di Testori per la morte di Pasolini (Espresso, 1975): una consonanza unica che ci apre alla modernità e attualità della ricerca pasoliniana.

MotoTeatro – Arte sotto le stelle

con Federica Fracassi
percorso di testi a cura di Giuseppe Frangi
organizzato da Teatro deSidera Oscar

Lunedì 19 luglio, ore 21:30
Nel Giardino di Casa Testori
INGRESSO GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Lo spettacolo

Per trenta settimane Federica Fracassi ha accompagnato le dirette del Lunedì di Casa Testori con le letture di alcune tra le più belle pagine d’arte di Giovanni Testori. Si tratta di pagine in gran parte tratte dai tanti interventi “militanti” pubblicati nell’arco di quasi 20 anni di collaborazione con il Corriere della Sera, dal 1975 al 1993.

All’interno della stagione estiva di MotoTeatro Oscar, lunedì 19 luglio, Federica Fracassi offrirà nel giardino di Casa Testori, un florilegio di questi testi, partendo dal primo dedicato a Bernardino Luini, fino all’ultimo per Francis Bacon. Una cavalcata attraverso grandi artisti e i loro capolavori che le parole di Testori ci restituiscono, facendoci condividere le sue passioni e la sua travolgente capacità di sguardo. Il tutto attraverso la voce di Federica Fracassi, attrice, premio Hystrio 2021, ben abituata a frequentare la scrittura di Testori. Si potrà ascoltare ma anche vedere: durante la lettura nel giardino di Casa Testori, le immagini le opere verranno infatti proiettate in modo molto scenografica sulla facciata della Casa.

Per prenotare:
Eventbrite.it

THE MILLENNIUM CHAIR

Andrea Bianconi
A cura di Giuseppe Frangi
In collaborazione con Casa Testori e Città di Vicenza
Fondazione Coppola – Torrione di Vicenza
17 Luglio 2021

Essere soli contiene la luce.
La partenza custodito da Palladio pensieroso… La vestizione, un bandana da guerriero sulla fronte… Un rito intimo cercando un grande rito collettivo. La coscienza che un gesto vale più di una parola. Un percorso in un corso, Palladio… Davanti a me uno spazio deserto, dietro me una poltrona sulle spalle di 20 kg… Le persone, insieme ed assieme verso una luce che accende il buio. D’un tratto un suono invade il corso, avvolge tutti noi e ci conduce come una calamita verso la tromba… La tromba di Diego a metà tra la terra e il cielo… Avevo l’emozione che mi riempiva il cuore ed ero avvolto da pace e gioia. Dopo tanti mesi ero sereno. Un arcobaleno alle spalle in un cielo tiepolesco. La salita, i 186 gradini, lo sforzo era nulla rispetto il sentimento. Ho fatto i gradini con sentimento sentendo il suono di Diego che Invadeva il fuori e il dentro. Arrivato alla cima, nella lanterna, con Antonio abbiamo premuto il bottone, acceso la torre, illuminato la città, erano le 20 e 58, l’esatto momento in cui il sole tramontava. 
Raccontare la performance è come viverla da fuori pur restando dentro. 
Le idee portano luce e la luce porta idee.
Siamo tutti luce.

Andrea Bianconi

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Il viaggio di Sit Down To Have An Idea di Andrea Bianconi è approdato il 17 luglio 2021 nel cuore di Vicenza per la performance The Millennium Chair, realizzata da Fondazione Coppola in collaborazione con Casa Testori. La poltrona delle idee ha raggiunto il Torrione di Porta Castello, fortificazione medievale e monumento-simbolo, per secoli inaccessibile al pubblico, oggi tornata a nuova vita grazie alla Fondazione Coppola che ne ha fatto uno spazio per il contemporaneo. Una performance – a cura di Giuseppe Frangi – molto intensa, pensata da Bianconi per ripartire dopo l’ennesimo stop dovuto alla pandemia. 
La poltrona, che per l’occasione è stata ribattezzata The Millennium Chair, è stata al centro della processione. Un tragitto breve su un tracciato che ha trasmesso tanta intensità, perché collega due luoghi molto suggestivi: la piazza della Basilica palladiana (punto di partenza) e il Torrione. Andrea alle 20:00, da solo con la sua poltrona in Piazza dei Signori, ha aspettato, in una sorta di raccoglimento silenzioso. Alle 20:30, dopo essersi caricato la poltrona in spalla, è partito alla volta del Torrione, in una marcia che da piazza dei Signori è arrivata fino a Porta Castello insieme al pubblico. Alle 21:00 ha avuto inizio la vera performance: con l’aiuto di una imbracatura, l’artista è salito fino in cima alla lanterna. Una salita lenta e faticosa, su 146 ripidi scalini, fino a 41 metri di altezza, quasi a simboleggiare lo sforzo richiesto a tutti per riaprirsi alla speranza. Posizionata la poltrona – che rimarrà come installazione permanente sulla lanterna della Torre – Bianconi ha azionato un fascio di luce sulla città, messaggio di fiducia e speranza dopo il lungo periodo buio. 
L’impresa è stata accompagnata dalle note del trombettista Diego Ruvidotti, solista e compositore che ha collaborato con diversi artisti e registi per i quali ha scritto le colonne sonore dei film, come Ricordati di me di Gabriele Muccino, oltre a pubblicare numerosi dischi di successo. 
Dalle 21:00 chiunque è potuto salire sul Torrione, sedersi sulla poltrona e, soprattutto, attivare il faro, riprendendo così l’antica funzione per cui la torre era stata costruita nel XII secolo, vedetta e fanale foriera di messaggi. 
«Questa volta non saremo solo diffusione di idee, ma anche di luce, la luce che occuperà il tutto dopo questo lungo periodo di buio» spiega Andrea Bianconi «E per questo voglio che anche altri dopo di me salgano sul Torrione, si siedano sulla poltrona e lancino altri fasci di luce: è una chiamata, un invito a prendere consapevolezza che ogni uomo con la sua presenza e attraverso la sua azione può portare la luce». E soprattutto, il messaggio è provocare idee nuove, per ripartire e rinascere, costruire una condivisione migliore, nella speranza di essere finalmente usciti dall’incubo mondiale della pandemia. «Avere un’idea è tutto e forse mai come in questo momento saranno necessarie» afferma l’artista. 
Per il curatore, Giuseppe Frangi The Millennium Chair a Vicenza diventa quasi un rito per dare forza alla città, perché le città si riaccendono con la “luce” delle idee. In questo caso è necessario un passaggio: la salita sulla Torre, un atto di fatica, che è premessa ad una “liberazione”. Dopo di lui, il pubblico presente ha potuto farlo, salire sulla lanterna singolarmente e accendere a propria volta il faro sul Torrione, nel cielo della città. 

L’ARTISTA

Andrea Bianconi, nato nel vicentino nel 1974, vive e lavora tra Vicenza e New York. Il progetto Sit Down To Have An Idea, la poltrona delle idee, è un viaggio iniziato a gennaio del 2020 a Bologna in occasione di Artefiera e sempre a Bologna al Teatro Duse, proseguito dopo sulle Dolomiti, a Cima Carega, e poi a Tropea, a Colletta di Castelbianco, a Chiampo e ora a Vicenza.

DIDATTICA CON CASA TESTORI

DIDATTICA AD ARTE

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ARTE CON CASA TESTORI
L’arte e la letteratura possono insegnare a vedere nuove strade, a spingere lo sguardo in luoghi inaspettati, a scoprire connessioni, a creare legami, a inventare nuovi mondi. In ognuna di queste sorprendenti esperienze l’arte finisce per farci scoprire qualcosa in più di noi stessi e degli altri. Il programma educativo di Casa Testori propone attività che, a partire dalle opere d’arte e dagli scritti di Giovanni Testori conducano gli studenti ad una vera esperienza personale di appropriazione e riflessione su se stessi e sul mondo che li circonda, a collegare ciò che apprendono con ciò che vedono, a fare esperienza e riconoscersi in ciò che studiano, ad essere consapevoli delle proprie conoscenze strutturandole in competenze.

OFFERTA DIDATTICA SCUOLE 2021/22
I percorsi vengono progettati per le scuole di ogni ordine e grado, cercando di strutturare la proposta perché sia di stimolo, completamento o consolidamento degli argomenti trattati in classe dai docenti, offrendo alla scuola strumenti e risorse integrativi a quelli tradizionali nelle modalità, nel metodo e nei contenuti ma non nei temi, che saranno invece quelli necessari allo svolgersi del programma curricolare.

I progetti educativi di Casa Testori possono prevedere un solo appuntamento su un tema scelto tra quelli proposti o più appuntamenti strutturati come un percorso che comprendano più temi o lo sviluppo in più ambiti dello stesso.Gli appuntamenti si svolgono in presenza presso casa Testori o eventualmente online.

In caso della scelta di un percorso di più appuntamenti alcuni possono essere svolti dal nostro esperto anche presso la scuola, secondo la scansione che verrà concordata con gli insegnanti.

L’insegnante può scegliere tema e modalità in base alle sue esigenze.

MODALITÀ
Visita guidata: la visita guidata della durata di circa 60 minuti si svolge in forma narrativa, dialogica e interrogativa. Fornisce informazioni, suggestioni e spunti di riflessione a partire dall’osservazione dell’opera in connessione col suo contesto. La visita può essere svolta anche online grazie all’utilizzo di piattaforme dedicate e alla proiezione di immagini e contenuti visuali, accompagnati dalla narrazione dell’esperto.

Visita Interattiva: la visita interattiva si svolge fornendo ai partecipanti schede con attività guidate, materiali da osservare, manipolare e indagare. L’attività si svolge nelle sale della Casa man mano che la narrazione del percorso procede. Questo tipo di visita è partecipativa e permette di fare immediati confronti e associazioni e di non ragionare in astratto su materiali e tecniche. La visita, anche in modalità online, diviene un’esperienza vissuta in comunità e socialità.

Visita e laboratorio: la visita con laboratorio è scandita in due momenti. Nel primo, della durata di 45 min circa, i partecipanti verranno guidati tra le opere e invitati a osservarne caratteristiche, temi, soggetti e colori, parole, testi, libri. Nella visita verranno messi in evidenza quegli aspetti che poi saranno concretizzati nell’esperienza laboratoriale. Il laboratorio, della durata di almeno 45 minuti e svolto successivamente al momento di visita, utilizza l’approccio creativo e speculativo per puntualizzare e personalizzare i contenuti appresi durante la visita. La visita laboratorio può essere svolta anche in modalità online.

La durata della visita-laboratorio può essere estesa a secondo dell’età dei partecipanti e degli obiettivi del laboratorio concordati con gli insegnanti.

TEMI 
Scuola dell’infanzia
Nei percorsi vengono approfonditi, con visite interattive e laboratori pratici:
• Colore
• Forma
• Schema corporeo ed espressione di sé attraverso l’osservazione
• Uso dei sensi in rapporto con la materia e lo spazio
• Confronto tra opere d’arte e realtà
• Espressione corporea e movimento

Scuola Primaria
Nei percorsi vengono approfonditi, con visite dialogiche, interattive e laboratori pratici:
Percorso Parola/letteratura
• Descrizione narrativa
• L’invenzione di una parola
• Definire la parola con le parole

Percorso Immagine/arte
• Materia e colore
• Forma e composizione
• Raccontare con le immagini
• Le immagini come forma narrativa

Scuola secondaria di primo grado
Nei percorsi vengono approfonditi, attraverso visite dialogiche e interattive:
Percorso Parola/letteratura
• Scrittura creativa
• Descrizione critica
• Le figure retoriche
• I generi

Percorso Immagine/arte
• I generi, paesaggio, ritratto
• Astrazione e realtà
• L’immagine e il simbolo
• Il Novecento secondo Testori: percorso interdisciplinare tra storia, arte e letteratura

viste con gli occhi e le parole di Giovanni Testori

Scuola secondaria di secondo grado
Nei percorsi vengono approfonditi, attraverso visite dialogiche e interattive, laboratori:
Percorso Parola/letteratura
• Scrittura creativa
• Vedere con le parole

Percorso Immagine/arte
• Grafica ed editoria
• Il Novecento secondo Testori: percorso interdisciplinare tra storia arte e letteratura
viste con gli occhi e le parole di Giovanni Testori
• Testori racconta la storia dell’arte

COSTI
SCUOLE visita guidata 60 min. 100,00€ 
SCUOLE visita guidata 90 min. 120,00€ 
SCUOLE visita guidata 120 min. 150,00€ 
SCUOLE visita interattiva 90 min. 140,00€ 
SCUOLE visita interattiva 120 min. 160,00€ 
SCUOLE visita + lab. 90 min. 150,00€ 
SCUOLE visita + lab. 120 min. 180,00€

PRENOTAZIONI
È possibile prenotare le attività didattiche scrivendo all’email francescaponzini@casatestori.it o telefonando al numero 02 36586877.

Le proposte educative di Casa Testori sono a cura di AMBARABART.

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