Una mostra al Brooklin Museum di New York rilancia il tema affascinante della religiosità del grande protagonista della Pop Art. Warhol, com’è noto, era nato da una famiglia di immigrati di fede ortodossa cattolica, aveva frequentato da bambino la parrocchia della comunità rutena a Pittsburg. Le icone dipinte sulla grande parete dell’iconostasi sono immagini che con la loro grammatica semplice e seriale sono rimaste impresse nel suo immaginario. Ora la mostra che arriva dalla Warhol Foundation di Pittsburg ripropone con grande completezza il tema della persistenza della dimensione religiosa nell’opera di Warhol. Va ricordato che la parabola dell’artista si concluse con la grande mostra a Milano dedicata alle tante varianti realizzate sull’Ultima Cena di Leonardo. Nel discorso di commiato, al funerale dell’artista, nella cattedrale di Saint Patrick di New York, il critico e amico John Richardson rivelò “la pietà segreta” di Warhol, che prestava aiuto ad una mensa di homeless e che finanziò gli studi di un suo nipote in seminario.
Nel corso della puntata dei Lunedì di Casa Testori verranno presentate le immagini molto significative della mostra di New York. Ad approfondire il Warhol cattolico ci saranno prima Gianni Mercurio, critico d’arte a curatore della mostra “Pentiti e non peccare più” organizzata a Roma nel 2006, e poi Michele Dolz, studioso che ha appena pubblicato un libro dedicato alla religiosità dell’artista.
Per il consueto appuntamento con la “Testoripedia” Stefano Bruzzese presenterà I Trionfi, un affascinante e fluviale poema pubblicato nel 1965.
Questi mesi a cavallo tra il 2021 e il 2002 sono caratterizzati da mostre e iniziative legate al grande pittore americano William Congdon: ne parliamo nel prossimo Lunedì di Casa Testori del 10 gennaio.
In apertura scopriremo con uno dei curatori, Rodolfo Balzarotti,una mostra frutto di una collaborazione tra il Consolato degli Stati Uniti d’America, la William G. Congdon Foundation e la Fondazione Intercultura. Allestita negli spazi del Memoriale della Shoah di Milano, al Binario 21 della Stazione Centrale, la mostra espone disegni e diari del pittore, legati ai mesi passati come volontario ad assistere i superstiti del campo di concentramento di Bergen-Belsen nel 1945.
A seguire, racconteremo il percorso artistico del pittore sviluppatosi dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, attraverso 33 capolavori esposti alla FondazioneCassa di Risparmio di Jesi, grazie a un progetto di Casa Testori, curato da Davide Dall’Ombra.
Infine, con la critica Chiara Gatti e la responsabile del progetto Contagi d’arte sostenuto da GiGroup, Chiara Violini, parleremo del volume William Congdon. L’Assoluto Prossimo, curato da Giuseppe Frangi, con interventi critici di Massimo Recalcati, Antonio Spadaro, Demetrio Paparoni, Elena Pontiggia, Mario Botta, Anna Bernardini, Massimo Cacciari, Giuliano Zanchi, Marina Corradi, Luigino Bruni, Nicolò Reverdini e la stessa Chiara Gatti.
È un confronto ad altissima tensione quello allestito a Roma a Palazzo Barberini: Artemisia Gentileschi e Caravaggio a confronto su un soggetto di una drammaticità scabrosa, Giuditta che decolla Oloferne. La mostra, curata da Maria Cristina Terzaghi, la studiosa che per prima ha riconosciuto l’Ecce Homo di Caravaggio ritrovato a maggio in Spagna, mette a confronto non solo i due protagonisti, ma tanti altri artisti che in quei primi decenni del Seicento avevano rappresentato lo stesso soggetto. Perché un soggetto così cruento come questo ha avuto tanto successo in quei decenni? E cosa unisce l’interpretazione di Caravaggio e quella di Artemisia? Qual è il nesso tra l’opera della pittrice e la violenza carnale di cui era stata vittima? Sono domande a cui rispondono la curatrice Maria Cristina Terzaghi e Gianni Papi, una delle massime autorità negli studi caravaggeschi. Sono loro i protagonisti della quinta puntata dei Lunedì di Casa Testori, trasmessa online il 20 dicembre alle 21.15. La puntata si chiude come di consueto con la “Testoripedia”: Federica Mazzocchi, docente in Disciplina dello Spettacolo a Torino, racconterà in 10 minuti uno dei libri più famosi di Testori, “L’Arialda”.
Forse c’è anche il tema del tempo, del suo trascorrere; perché se tu ogni attimo lo vivi come un fatto di nascita, di crescita, ma che è sempre nascita, allora senti che sarà lì per sempre; che passerà, ma entrerà e resterà dentro il tutto. Se non vivi cosi, ti viene come un senso di stanchezza; allora vuol dire che non l’hai veramente vissuto, quel momento. Prendiamo queste ore qui, che ormai sono passate mentre parlavamo. Non ci saranno più. Ma ci saranno per sempre se le avremo passate nel Natale, nel Natale del loro svolgersi, minuto per minuto. Allora hai già la percezione che, modestamente, con tutti i nostri acciacchi e le nostre miserie, non hanno presunto altro che d’essere nel Natale nostro e di tutti; allora anche nella cenere in cui si ridurranno, senti che si sono come fissate; che le ritroveremo là, per sempre”.
“Perhaps this also raises the theme of time, of its passing. If you live every moment as a fact of birth, of growth, but which is always birth, then you feel that it will always be there-that it will pass away, but it will enter and remain within everything in your experience. If you do not live like this, you get a feeling of exhaustion—then it will mean that you have not truly lived that moment. Let’s take these hours here, which we have spent talking. They will no longer exist. But they will exist forever if we have spent them in Christmas – in the Christmas of their unfolding, minute by minute.Then you already have the perception that, modestly, with all our weakness and miseries, they have no other claim than to be a Christmas for us and for everyone. Then always from the ashes in which they are reduced, you will feel that they are fixed – that we will find them there, forever”.
Giovanni Testori da | from, “Il senso della nascita” | “The Meaning of Birth”, 1980In foto, Giovanni Testori e i suoi fratelli riuniti in occasione del Natale
BUON NATALE E BUON ANNO DA TUTTO LO STAFF CI RIVEDIAMO IL 4 GENNAIO!
«Sono nato sapendo che sarei stato pittore, perché mio padre critico d’arte mi ha sempre presentato la pittura come l’unica cosa accettabile». Così raccontava Domenico Gnoli, il grande artista al centro di una delle mostre più affascinante del momento, organizzata dalla Fondazione Prada a Milano. Di lui e della mostra si parla nella terza puntata dei Lunedì di Casa Testori con Salvatore Settis, grande storico dell’arte antica, certamente non nuovo a incursioni nel contemporaneo (“Incursioni” è il titolo di un suo libro che raccoglie i testi scritti su autori di oggi) e con Chiara Costa, responsabile dei programmi culturali di Fondazione Prada. Chiara Costa racconta la genesi di una mostra che era stata ideata da Germano Celant e che gli è restata fedele nella filosofia, con il grande lavoro fatto con i due archivi di Maiorca e di Roma che custodiscono i materiali di Gnoli. Il catalogo è frutto di questo lavoro ed è infatti arricchito da una cronologia completissima. L’interesse di Settis per Gnoli nasce dal fatto che l’artista, avvicinato alla Pop Art, in realtà si è sempre sentito legato a doppio filo alla tradizione pittorica: «Io tendo a collocare il mio lavoro in quella tradizione “non eloquente” nata in Italia nel Quattrocento e arrivata fino a noi passando, da ultimo, dalla scuola metafisica». Tuttavia Gnoli è artista assolutamente allineato con i temi più avanzati del dibattito artistico del suo tempo: è un altro dei temi che verranno messi sul tavolo del dialogo con Settis e Chiara Costa.
Il finale, come di consueto, è dedicato alla “Testoripedia”: la riscoperta di un libro di Testori grazie alla voce di studiosi. Questo lunedì sarà Laura Peja, docente di Discipline dello Spettacolo all’Università Cattolica, a introdurci a “La Maria Brasca”, del 1960.
La seconda puntata de “I lunedì di Casa Testori” è dedicata a una delle personalità più importanti del Novecento: Federico Zeri, il critico d’arte romano di cui si sta festeggiando il centenario dalla nascita. Longhiano atipico come Testori, Zeri è stato un personaggio istrionico e unico per l’Italia , erede del maestro nel suo tentativo di allertare la coscienza pubblica sull’importanza della salvaguardia del patrimonio artistico. Più di una generazione se lo ricorda in TV, mentre, affaticato ma indomito, verifica di persona i danni del terremoto in Umbria o denuncia la distruzione di un’antica Villa Romana nella periferia della città. Ma Zeri è un vero mondo da scoprire e sono molte le iniziative promosse lungo quest’anno, fino alla mostra da poco aperta al Museo Poldi Pezzoli di Milano. Con noi, ce ne parleranno la direttrice del Poldi, Annalisa Zanni, e i curatori della mostra: Andrea Bacchi– direttore della Fondazione Zeri di Bologna – e Andrea Di Lorenzo – direttore del Museo Ginori di Firenze.
Prosegue, infine, la “Testoripedia” con la presentazione del secondo libro di Giovanni Testori: “Il ponte della Ghisolfa”.
UNA SECONDA STAGIONE Un’avventura straordinaria che non poteva finire così: il 22 novembre 2021 si ricomincia! Riprendono i Lunedì di Casa Testori, un appuntamento settimanale per raccontare le più interessanti mostre attraverso la voce di curatori e artisti. Dopo l’attenzione raccolta lo scorso anno, il format viene riproposto con poche varianti. Restano uguali l’orario, le 21.15 del lunedì sera, e la durata di un’ora. Resta un momento finale dedicato alla figura di Testori: per quest’edizione avremo ogni settimana una puntata di una “Testoripedia”. Un libro dello scrittore presentato in dieci minuti ogni volta da uno studioso o conoscitore diverso.
La prima puntata di questa nuova edizione dei Lunedì di Casa Testori è dedicata a una delle mostre che stanno riscuotendo maggior successo a Milano: quella dedicata a Saul Steinberg alla Triennale di Milano. Ne parleremo con il curatore Marco Belpoliti, con Francesca Pellicciari, grande conoscitrice dell’artista americano, e con uno dei più noti illustratori italiani, Emiliano Ponzi.
Per la “Testoripedia” Nicolò Rossi, dottorando alla Normale di Pisa, presenterà Il dio di Roserio, racconto/romanzo di esordio dello scrittore.
“Per le arti figurative. Premio speciale pubblicazione” Allegri Agostino per la pubblicazione Intorno a Pellegrino Tibaldi,tra Milano e la Spagna
Ex aequo nella categoria “Per le arti figurative. Tesi” Livia Fasolo, per la tesi D’altro non siamo ricchi che di disegni. Longhi, Maccari e il predominio della grafica. Tesi di specializzazione, Università degli Studi di Udine Pasquale Stenta, per la tesi Benedetto Gennari ritrattista e pittore di corte in Europa tra sei e settecento. I dipinti, la committenza e il diario di lavoro. Tesi di laurea, Università di Bologna Alessio Vincenzi, per la tesi Il taccuino A di Giovanni Morelli e la ricognizione catalografica del 1861. Proposta per un’edizione annotata. Tesi di laurea, Università Cattolica di Milano.
Ex aequo nella categoria “Per le arti figurative. Saggio critico” Lucrezia Longobardi per il saggio Lo spazio esistenziale. Definizione #3. Prima declinazione dei tre movimenti. Giovanni Renzi per il saggio Una traccia per Belisario Cambi
Ex aequo nella categoria “Per la letteratura. Tesi” Flavia Erbosi per la tesi Lo specchio infranto.Il teatro di Vitaliano Brancati e Giovanni Testori alle prese con la censura (1944-1962). Tesi di dottorato, Università La Sapienza di Roma Giacomo Micheletti per la tesi Gianni Celati, Lino Gabellone, Louis Ferdinand Céline:Traduzione come reinvenzione. Tesi di dottorato, Università degli studi di Pavia
Ex aequo nella categoria “Per la letteratura. Testo letterario” Giulia Asselta per la raccolta di poesia Essudati Jonathan Lazzini per il testo Camaleonti: trilogia
Menzione speciale “Per la letteratura. Testi e saggi” Giorgia Marasco per il racconto Carrer de Verdi. Liceo Berchet, Milano Giovanni Lumini per la tragedia in versi Tycho. Le cifre del destino. Liceo Berchet, Milano
Il 14 dicembre dalle 17.00 nella Sala della Balla, avrà luogo la consegna del Premio Giovanni Testori, giunto alla quarta edizione: quattro giovani studiosi e scrittori under 35 riceveranno un importante contributo per la propria tesi di laurea o dottorato, ma anche per un saggio o scritto inedito, siano essi di letteratura o critica d’arte. Il premio intitolato a Giovanni Testori si propone di seguire quella che era la sua attività culturale nei campi più diversi e la sua profonda disposizione verso i giovani artisti. Si è voluto che il premio fosse voce della realtà milanese. Ne sono coinvolti il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Franco Parenti, dove Testori ha lavorato all’inizio e nella fase centrale della sua carriera, la Fondazione Corriere della Sera, espressione del quotidiano dove per tanti anni lo scrittore ha esercitato su diversi fronti la propria attività culturale, la Pinacoteca di Brera, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, la Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco (cuore degli interessi figurativi e letterari dello scrittore), la Casa Editrice Einaudi, la Casa Editrice Giangiacomo Feltrinelli, che ha segnato con “I Segreti di Milano” gli esordi dello scrittore e sta ripubblicando parte dell’opera omnia.
La consegna del Premio sarà seguita dall’inaugurazione, sempre al Castello Sforzesco – Sala del Tesoro – della mostra I Carli di Lombardia nella biblioteca di Testori. Da Carlo Borromeo a Carlo Emilio Gadda (fino al 10 marzo 2024), a cura di Giuseppina Carutti. Partendo dai materiali della Raccolta Portiana, del fondo Gadda Citati e del Fondo Gadda Roscioni, e dalle edizioni del Cinquecento degli scritti di San Carlo Borromeo, custoditi presso la Trivulziana, l’esposizione segue l’itinerario dei “Carli” di Lombardia, esplorando – grazie anche al contributo degli Istituti della Direzione Musei del Castello, Musei Archeologici e Storici – le letture fondanti per la formazione e la poetica di Giovanni Testori tra arti figurative e letteratura: Carlo Borromeo, Carlo Cattaneo, Carlo Braccesco, Carlo Maria Maggi, Carlo Porta, Carlo Dossi e Carlo Emilio Gadda.
Nel corso della cerimonia Anna Nogara leggerà alcuni tratti da “Un concerto di 120 Professori” di Carlo Emilio Gadda.
Presentazione venerdì 19 novembre 2021 ore 19.30 libreria Mittel + Platea Palazzo Galleano + A21 con Andrea Bianconi, l’architetto Carlo Orsini e Francesco Gesti introduce Luca Fiorecon la partecipazione dei ControlRUM
Libreria Mittel, via Lodino 41 – LODI Ingresso consentito solo con green pass
IL LIBRO
Dallo Studio al Mondo. Il viaggio di una poltrona in un libro Vanillaedizioni – uscita: settembre 2021
Quante volte abbiamo sentito parlare dello studio d’artista come un universo parallelo dove le idee invadono lo spazio e la mente? Quante volte ci siamo fatti contaminare da un ambiente come un campo magnetico? Da quello spazio, dallo studio d’artista di Andrea Bianconi, ad Arzignano (Vicenza)è iniziato il viaggio della poltrona di Sit Down To Have An Idea. Non una poltrona qualsiasi, ma quella a cui l’artista ha attribuito un valore maieutico: siediti e lascia nascere un’idea.Da lì, poi, la poltrona ha viaggiato dal Nord al Sud di Italia, partendo da Bologna e ritornando a Vicenza e il libro, La Sentinella, edito da Vanillaedizioni, è la cronistoria di quel viaggio per immagini e parole. Un viaggio tra i luoghi che la poltrona ha toccato e di cui è ancora presidio sul posto e nelle parole. Le riflessioni di Andrea Bianconi, scritte volutamente a mano, compaiono tra le pagine del volume come flussi ininterrotti di pensiero. Non nascono, forse, così le idee?
Il progetto – realizzato in collaborazione con Casa Testori e Fondazione Coppola e asostegno della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – è partito con l’installazione della poltrona in luoghi pubblici della città di Bologna durante ArteFiera – ArtCity 2020 e in alcuni spazi eccellenti, privati, tra cui il dehor del Ristorante Al Pappagallo e la vetrina della Boutique Doria 1905, poco prima del lockdown.
Dopo lo stop imposto, si è riattivato conquistando gli spazi aperti di Cima Carega, con una spedizione-performancenelle Piccole Dolomiti venete, scendendo a sud, a Tropea, dove, in una sorta di rito di propiziazione, si sono attese le luci dell’alba in Piazza Cannone. Per poi, risalire a Colletta di Castelbianco (nell’entroterra di Albenga, Savona) in uno dei borghi medievali più belli d’Italia, primo borgo telematico d’Italia e, poi, ancora più a nord, sotto al Campanile del comune di Chiampo (Vicenza) come simbolo della rinascita di quell’area. Nel luglio 2021 la poltrona raggiunge il Torrione della Fondazione Coppola a Vicenza dove fasci di luce, diramati dalle persone durante la performance The Millennium Chair, diventano, con un’azione simbolica, traccia della presenza viva delle persone attivatrici di idee e portatrici di luce quanto mai necessaria in momenti difficili. Sette tappe per un unico racconto di cui il libro non rappresenta una conclusione bensì un nuovo inizio all’insegna di quel tempo ciclico che caratterizza, da sempre, le performance e le opere di Andrea Bianconi. L’arte come eterno ritorno dal principio alla fine, e viceversa.
Gianriccardo Piccoli e Alessandro Verdi A cura di Giuliano Zanchi e Giuseppe Frangi Casa Testori 27 Novembre 2021 – 26 Febbraio 2022
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Due artisti dalla lunga storia, segnati profondamente dal dolore recente della loro terra. Gianriccardo Piccoli e Alessandro Verdi sono uniti dalla comune appartenenza bergamasca e dalla serietà di un percorso artistico che li ha portati a una produzione di grande intensità e originalità. La mostra a Casa Testori ha proposto due percorsi che si intrecciano nei vari spazi, in un dialogo che vede Piccoli occupare le pareti con alcune serie di grandi disegni realizzati dal momento della pandemia ad oggi e Verdi invece occupare il centro delle stanze con i tavoli che accolgono i suoi grandi libri d’artista. Il dialogo avviene quindi tra il nero intenso e denso di ombre delle carte di Piccoli e le pagine su cui sono impresse le forme potenti a “macchia” di Verdi. Filo conduttore della mostra è stato proprio questo confronto all’insegna di una comune percezione drammatica del reale; una percezione che ha determinato in modo coraggioso le loro rispettive scelte recenti. Piccoli ha lavorato per cicli di disegni, spesso ispirati da immagini di altri artisti come accade con La stanza di Louise Bourgeois o con Il Letto di Van Gogh. La sua vena è una vena neo romantica, segnata da una grande tensione esistenziale che si traduce in una ricerca di luce dentro fogli segnati dalla corposità del buio. Verdi invece con i suoi grandi libri, così densi di forme e di immagini, quasi dei manoscritti miniati contemporanei, ci accompagna in una meditazione da era post atomica.
La mostra voleva essere anche un omaggio a due artisti in un momento significativo della loro biografia: Piccoli ha compiuto 80 anni il 15 dicembre 2021, Verdi invece ha appena varcato la soglia dei 60.