Author: Alessandro Frangi

SEGNI DI ME. Il corpo, un palcoscenico

Opere di: Margaux Bricler, Binta Diaw, Zehra Doğan, Iva Lulashi, 
Giorgia Ohanesian Nardin, Iman Salem
In dialogo con: Carol Rama e Giovanni Testori
A cura di: Rischa Paterlini con Giuseppe Frangi
Casa Testori
2 Aprile – 25 Giugno 2022
Progetto grafico: CH RO MO/Roberto Montani. 
Fotografie: Michele Alberto Sereni

LA MOSTRA
Dopo l’esperienza della mostra “Libere Tutte” del 2019, Casa Testori ha proseguito il percorso dedicato a quella che Lea Vergine aveva ribattezzato “l’altra metà dell’arte” e ha aggiunto un tassello alla storia scritta da molte artiste femministe sul finire degli anni ‘60 affrontando con più radicalità temi legati al corpo e all’entità.

SEGNI DI ME. Il corpo, un palcoscenico” presentava sei giovani personalità artistiche nate tra il 1985 e il 1995, chiamate a relazionarsi con una grande figura del recente passato, Carol Rama. Al centro dei loro lavori vi era la relazione con il corpo che diventava terreno proprio dell’espressione artistica. Nelle stanze di Casa Testori entrano opere potenti e talvolta provocatorie che insistono su esperienze soggettive, criticando la dolorosa eredità del sessismo, della violenza e di altre strutture di potere della cultura contemporanea. Sono stati lavori che hanno fornito nuove e preziose intuizioni sia sull’arte storica che su quella contemporanea. La mostra è stata concepita come fosse una pièce teatrale, grazie all’aiuto di una vasta gamma di mezzi tra cui dipinti, sculture, performance, disegni e fotografie. Un ottavo protagonista è entrato poi in scena, il padrone di casa Giovanni Testori, con una serie di grandi disegni della metà degli anni ‘70 che avevano per soggetto il corpo femminile.

A cura di Rischa Paterlini con Giuseppe Frangi, la mostra ha portato nelle stanze della dimora di Novate Milanese oltre a Carol Rama e Giovanni Testori, anche le opere di Margaux Bricler, Binta Diaw, Zehra Doğan, Iva Lulashi, Giorgia Ohanesian Nardin, Iman Salem.

Intrecciando l’erotismo della pittura di Iva Lulashi, la sensualità delle fotografie di Binta Diaw, le deformate figure di Zehra Doğan, le sculture o sfingi di Margaux Bricler, figure animalesche, femminili e demoniache, la lunga performance dal vivo di Giorgi Ohanesian Nardin a e le fotografie di Iman Salem, con le opere storiche di Carol Rama e di Giovanni Testori, la mostra metteva in scena racconti in cui si mescolano carnalità e passione. Il corpo nell’essere rappresentato si oggettualizza: in tale meccanismo è insita la critica diretta non solo ai cliché visivi a cui siamo abituati, ma anche alle modalità di fruizione da essa generate. Le giovani personalità artistiche invitate, evidenziando l’impegno in chiave di rivendicazione del corpo e andando oltre l’eredità storica del femminismo, hanno sviluppato opere di grande intensità, generando un incontro-scontro che trova ulteriore riflessione laddove ogni elemento presente è frammento di corpo su un palcoscenico vuoto. Questi frammenti di opere-corpo permettono di ottenere equilibri di notevole intensità formale ed estetica molto coinvolgenti per i visitatori.

La mostra è nata dalla suggestione delle parole impresse sull’invito che, nel 1995, l’artista afro-americana Kara Walker realizzò per la sua prima personale a New York alla galleria Wooster Gardens/Brent Sikkema, “The High and Soft Laughter of the “Negress” Wenches at Night”, che recitavano così: «Non perdetevi l’incredibile “storia di carta” di una negra in schiavitù che narra la sua straordinaria fuga verso la libertà». Parole, queste, messe in relazione a quelle di un articolo che Giovanni Testori scrisse nel 1979 per la prima pagina del Corriere della Sera, “La vergogna dello stupro”: «Non vorremmo che, come va succedendo per altre vergogne e per altri delitti, a furia di parlarne, scriverne e discuterne, senza mai assumere la responsabilità di un gesto, si finisse, insomma, per abituare l’uomo a ciò che non è umano. L’abitudine a tutto è uno dei rischi più grandi che l’uomo sta correndo; ad esso sta inducendolo la spinta negativa che vuol ridurlo a “cosa”. Ora il punto d’arrivo di questo rischio non potrà essere una nuova coscienza, ma il buio e la notte che s’aprono sulla coscienza eliminata o distrutta».

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IL PROGETTO
Le stanze al piano terra di Casa Testori sono state dedicate a opere site-specific di Margaux Bricler, Binta Diaw, Zehra Doğan e Iva Lulashi. Per l’inaugurazione Giorgia Ohanesian Nardin con Iman Salem hanno dato vita a una performance che è stata documentata in mostra dagli scatti fotografici live realizzati da Iman Salem. Alle pareti del grande salone, un omaggio all’artista Carol Rama il cui lavoro si è dimostrato prezioso riferimento per molte artiste contemporanee, in particolare per la sua visione moderna della femminilità e per il suo modo di rappresentare, fin dagli anni Trenta, il proprio corpo, insofferente rispetto alle costrizioni e alle ipocrisie borghesi. Lavori intensi degli anni Sessanta che celebrano un’identità raffinata e animalesca insieme, e che hanno anticipato un nuovo sentire: materiali come gomme, occhi di vetro, pelli, peli e unghie sono elementi che ricorrono in queste sue opere, vere messe in scena della propria identità.

I miei lavori – disse l’artista nel 1997 rispondendo a una domanda di Corrado Levi – piaceranno moltissimo a quelli che hanno sofferto, e che dalla sofferenza non hanno saputo cavarsela… perché avendo avuto una madre in clinica psichiatrica ed essendomi anch’io sentita bene in quell’ambiente lì… perché ho iniziato in quel modo lì ad esser con dei gesti e dei modi senza preparazione né culturale, né di etichetta… credo che tutti quanti ameranno di più quei gesti, perché sono gesti che, per delle ragioni che non oso dire, appartengono a tutti… perché la follia è vicina a tutti… e c’è assolutamente chi la nega… e chi la nega è soltanto un folle, malinconico, triste, inavvicinabile… perché è come la cultura; la cultura è un privilegio, che avrei potuto farlo anch’io… però mi sono sentita sempre più duttile al disegno, a un quadro, una storia, a una composizione.

Un ambiente al piano terra permetteva di guardare le opere solo dall’esterno, attraverso un foro. All’interno, invece, sono stati presentati alcuni lavori che Giovanni Testori realizzò nel 1975 e che ha esposto alla Galleria del Naviglio di Milano: grandi carte a grafite, con close up su soggetti anatomici femminili.  

La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione della Galleria del Ponte, Torino e Prometeogallery, Milano e grazie al sostegno di Banca Generali, Lazard e Art Defender

Catalogo con testi di: Corrado Levi, Giovanni Testori, Giuseppe Frangi, Rischa Paterlini, Marlene L. Müller     

 

Orbita: di Massimo Uberti al Castello Gamba. S2.Ep.16

Massimo Uberti è un artista che disegna con la luce. Per farlo, tende la mano al nostro quotidiano, raccogliendo oggetti e tratteggiando stanze e ambientazioni che ci appartengono. Il mezzo della luce porta in sé la dilatazione del contingente all’universale, espande, con le sue particelle luminose, gli elementi del vissuto, illuminando loro e il contesto, ma soprattutto chiamandoli a generare volumi potenzialmente infiniti, facendoci alzare lo sguardo dal personale, liberando la materia dal suo limite.

La puntata è dedicata proprio  ad Uberti e alla sua “Orbita”progetto vincitore dell’avviso pubblico PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Un progetto ambizioso che cambierà per sempre il volto del Castello Gamba. Si comincia infatti con la mostra, dal 26 marzo al 5 giugno, per proseguire con la grande installazione dell’opera, prevista per luglio. 
Ne parleremo con lo stesso Massimo Uberti, con la direttrice del Castello Gamba Viviana Maria Vallet, e con i critici Marco Bazzini e Rossana Ciocca.

In chiusura, per il consueto appuntamento con la “Testoripedia”, Stefania Rimini presenterà “Post-Hamlet” del 1983. 

L’Arte per l’Ucraina. S2.Ep.15

C’è uno stendardo disegnato da Matteo Negri con il testo del coro del “Macbetto” contro la guerra, sulla facciata di Casa Testori. Partiremo da lì per una puntata dedicata alla tragedia che si è abbattuta sull’Ucraina, interrogandoci su quale ruolo l’arte può giocare in una situazione così drammatica. Avremo con noi Gianluigi Ricuperati, scrittore e saggista che è stato incaricato da Stefano Boeri di curare il padiglione dell’Ucraina alla prossima edizione della Triennale milanese. Ricuperati è personalmente implicato, in quanto la sua compagna, Lidiya Liberman, attrice e pianista, è nata in Ucraina. Lui ci racconterà il senso e l’obiettivo di questa mobilitazione multidisciplinare, che coinvolgerà molte personalità del paese assediato e che, soprattutto, chiamerà in causa gli architetti. Dopo di lui ascolteremo la testimonianza di Luca Fiore, giornalista e critico, che nel 2019 aveva curato a Kharkiv un’importante mostra dove artisti italiani e artisti ucraini si confrontavano con i rispettivi passati. Tra gli artisti c’era Pavlo Makov, che quest’anno sarà protagonista del padiglione del suo paese alla Biennale di Venezia: conosceremo quello che Makov intende proporre. Alla mostra di Kharkiv era presente anche Julia Krahn, artista tedesca ma naturalizzata italiana, che non ha smesso di intrecciare rapporti con i colleghi ucraini: con alcuni di loro condividerà un progetto alla prossima Biennale della Luce alla Casa del Mantegna a Mantova.

In chiusura, per l’appuntamento con la “Testoripedia” Federica Mazzocchi ci guiderà alla scoperta di “Edipus”.

On the Wall. S2.Ep12

La pittura lingua viva

Siamo ormai troppo lontani dagli anni della “pittura lingua morta”, la sentenza proclamata dalla critica di fronte all’inevitabilità del Concettuale e anche il colpo di reni della pittura che si registrò in Italia, dalla Transavanguardia in avanti, risale ormai a quarant’anni fa. Eppure, non è mai tardi per i carotaggi, per domandarsi a che punto siamo con la pittura figurativa affermata a livello internazionale oggi. Naturalmente sono mostre allestibili in diversa scala e che si reggono sulla firma di chi si fa carico della scelta. In questo caso siamo di fronte a un critico come Demetrio Paparoni, che in questo ambito non ha certo bisogno di ulteriori accrediti, dopo le curatele internazionali e le recenti mostre alla Fondazione Stelline. Lunedì prossimo dedichiamo perciò la puntata alla mostra On the Wall, che Paparoni ha curato alla Galleria Building di Milano (fino al 19 marzo) in cui propone dipinti, spesso imponenti, di Paola Angelini, Rafael Megall, Justin Mortimer, Nicola Samorì, Vibeke Slyngstad e Ruprecht von Kaufmann. Oltre quaranta opere disposte sui quattro piani della galleria, accumunante non solo dal figurativo, ma da una ricerca tecnica posta al centro dell’esperienza artistica. Con noi, oltre al curatore, saranno presenti i due artisti italiani, Paola Angelini e Nicola Samorì, che ci sveleranno genesi e intenti delle loro opere in mostra. Un’occasione da non perdere per scoprire ancora una volta la centralità del processo nella conoscenza di ciò che guardiamo, all’altezza di quello che ci farà accadere l’incontro con l’opera.

CATALOGO APERTO. DIDATTICA VIVA.

Tutti i bambini sono artisti. 
Il problema è come rimanere un artista quando si cresce.

– Pablo Picasso

Casa Testori vuole essere un luogo vivo e aperto, capace di accogliere davvero come una “casa aperta” chiunque voglia entrare, con una didattica sempre in dialogo e in divenire. Nasce per questo un nuovo catalogo per l’offerta didattica di Casa Testori, un catalogo vivo – perché in continua evoluzione, per una didattica aperta – che richiede la partecipazione di diversi attori in gioco.

La prima modalità cara ai nostri servizi educativi è quella dell’incontro, quell’esperienza comune tra educatore e visitatore che riaccade tutte le volte che la partecipazione del visitatore è attiva e non solamente passiva, è un dialogo, è una compagnia di sguardo davanti all’opera d’arte.

Ci siamo impegnati a strutturare inoltre nel tempo un “catalogo aperto” di attività laboratoriali che si inseriscono nel più ampio programma di accessibilità avviato da Casa Testori. Gli artisti che sono passati o che passeranno da Casa Testori saranno invitati a “donare un laboratorio”, una traccia di lavoro che bambini, ragazzi, adulti, potranno svolgere con i Servizi Educativi e in alcuni casi alla presenza dell’artista stesso.

Sarà quindi possibile a gruppi di adulti classi di qualsiasi tipologia ed età attingere a questo catalogo scritto con gli artisti che lo desidereranno, realizzare – seguendo le loro istruzioni e accompagnati dai nostri educatori – un’opera che sarà a doppia firma: quella dell’artista e quella di chi vorrà mettersi in gioco con noi.

La prima edizione di “Catalogo aperto. Didattica viva” vede coinvolti i seguenti artisti: Matteo Negri, Gianriccardo PiccoliGosia TurzenieckaAlessandro Verdi.

Tutti i laboratori sono stati pensati nel 2022 in occasione della creazione di questa prima edizione del catalogo. Ogni appuntamento, prenotabile secondo le esigenze dei gruppi, sarà introdotto da un breve video di dialogo con l’artista, volto a comprendere il suo processo creativo, a scoprire intenzioni, a conoscere materiali, a dialogare circa lo scopo dell’opera d’arte…

Un progetto di Francesca Ponzini, Responsabile Servizi Educativi di Casa Testori e Maria Elisa Le Donne, Ambarabart Aps, Servizio didattico ufficiale per Casa Testori.

Per informazioni e prenotazioni 351 6248544
scoprire@casatestori.it

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Il Realismo magico. S2.Ep11

Il realismo magico ai Lunedì di Casa Testori
Italia anni ’20: contro la crescente retorica di regime cresce una silenziosa forma di resistenza all’insegna di una pittura piena di intimità e di mistero. È il “realismo magico”. Non è un movimento organizzato, ma è una convergenza di istanze condivise da tanti tra gli artisti più importanti di quegli anni. La mostra di Palazzo Reale a Milano presenta una concentrazione eccezionale delle opere più emblematiche di questo fenomeno che riguarda tutta l’Europa ma che in Italia ha avuto un accento molto particolare. Ne parleremo con i due curatori, Gabriella Belli e Valerio Terraroli, da anni impegnati nello studio di questi artisti. Sarà anche l’occasione per approfondire il parallelo proposto in mostra con la parallela situazione tedesca della Nuova Oggettività, un movimento che Giovanni Testori insieme al gallerista Emilio Bertonati aveva portato allo scoperto, in anticipo sulla stessa Germania. Sarà l’occasione anche di scoprire quadri che erano stati nella collezione di Testori e appesi nella casa di Novate.

Per il consueto appuntamento con la “Testoripedia” Laura Peja, docente di Discipline dello Spettacolo all’Università Cattolica di Milano, presenterà “L’Ambleto”, opera teatrale del 1972, pubblicata esattamente cinquant’anni fa.

La magia di Bianca e Blu. S2.Ep10

Decima Puntata – Lunedì 7 febbraio
La Galleria Nazionale di arte moderna di Roma ospita una mostra sorprendente: è dedicata ad una designer e stilista che a partire dagli anni 80 ha anticipato tante tendenze e soprattutto si è mossa nel segno dell’indipendenza. È Monica Bolzoni, creatrice del marchio Bianca e Blu. «Sento il bisogno di personalizzazione e recupero di un femminile diverso, libero, colorato, semplice, con grande vestibilità e di proporzioni reali, contrariamente alla moda del momento», ha spiegato Monica Bolzoni che non solo ha guardato all’arte nella concezione di abiti e accessori per le donne, ma ha lavorato tante volte in collaborazione con artiste. Per questo la mostra, dal titolo emblematico “Poetica del semplice”, è costruita come un dialogo tra i modelli di Bianca e Blu, opere del 900 provenienti dalle raccolte del museo e opere delle artiste con le quali ha lavorato, a partire da Vanessa Beecroft. 

Protagoniste della puntata, oltre a Monica Bolzoni, la curatrice della mostra Anna Di Cesare e Claudia Losi, una delle artiste che si sono avvalse della collaborazione della designer.

A seguire, come di consueto, l’appuntamento con la “Testoripedia”: Fabio Pierangeli, docente di Letteratura italiana a Roma Tor Vergata, racconterà “Erodiade”, testo teatrale del 1968.

Moroni: un pittore presente. S2.Ep9

La puntata del 31 gennaio dei Lunedì di Casa Testori sarà dedicata al grande artista lombardo Giovan Battista Moroni, di cui si sono celebrati i cinquecento anni dalla nascita. 
L’occasione è la mostra di Gianriccardo Piccoli “MORONI SEQUEL”, aperta fino al 27 febbraio e allestita nella suggestiva cornice dell’ex chiesa di San Bartolomeo ad Albino: una sequenza di dieci opere, nate dalla volontà di un confronto con la Crocifissione che Giovan Battista Moroni eseguì per la sua chiesa di San Giuliano ad Albino.
Ne parleremo insieme allo stesso artista.
Per approfondire la figura del grande pittore bergamasco verrà presentata l’importante monografia, recentemente pubblicata, a cura di Simone Facchinetti: “Giovan Battista Moroni. Opera completa”, (ediz. Officina Libraria). Oltre all’autore sarà presente anche Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore, con Facchinetti, della grande mostra londinese dedicata al pittore nel 2019.

In chiusura, per il consueto appuntamento della “Testoripedia”,Ilaria Limarzi presenterà la monografia su Fra’ Galgario del 1969. 

L’Apocalisse di Fabio Mauri. S2.Ep8

Ottava Puntata – Lunedì 24 gennaio

I Lunedì di Casa Testori questa settimana vanno alla scoperta di Fabio Mauri (Roma 1926-2009), affascinate protagonista dell’avanguardia italiana del secondo ‘900. Grande amico di Pier Paolo Pasolini, che con lui aveva fondato nel 1942 la rivista “Setaccio” e aveva steso il testo critico della sua prima mostra nel 1955, Mauri ha rappresentato il punto di riferimento per moltissimi artisti, in particolare romani, di quei decenni. La sua attività è estesa e abbraccia installazioni, performance, teatro e scrittura, oltre alla pittura e al disegno, ai quali si è dedicato per tutta la vita, benché queste tecniche espressive siano state raramente protagoniste delle sue esposizioni. Occasione per scoprire anche questa produzione di Fabio Mauri è la mostra “Opere dall’Apocalisse” curata da Francesca Alfano Miglietti, in corso alla Galleria Viasaterna di Milano, in collaborazione con Studio Fabio Mauri e Hauser & Wirth. Si tratta di una selezione di oltre 50 disegni e dipinti su carta, in gran parte inediti, realizzati da Mauri principalmente nel corso degli anni ‘80. «Disegni, appunti, frammenti, informazioni e deformazioni che si dispongono sui fogli come segreti. Le opere su carta di Fabio Mauri sono opere che si lasciano ‘spiare’ nel loro farsi, il pensare l’arte come la responsabilità di porre la domanda fondamentale su qualsiasi questione», scrive la curatrice. Sono opere che hanno inevitabilmente una carica visionaria e profetica. Diceva Mauri: «Non è l’uomo che è cambiato, forse, né il mondo. Dio è cambiato. Non si è fatto addomesticare dalle nozioni d’epoca né della scienza, e forse nemmeno dell’arte, su cui non ha mai detto una parola». 

Saranno con noi Francesca Alfano Miglietti, che ha curato anche “Corpus Domini”, la mostra in corso a Palazzo Reale di Milano sino al 30 gennaio, dove a Mauri è stata dedicata una sala con tre celebri installazioni tra le quali “Il Muro Occidentale o del Pianto”; Irene Crocco gallerista di Viasaterna e Ivan Barlafante dell’archivio Studio Fabio Mauri. 

Il finale di questo lunedì è affidato a Federica Mazzocchi che per la Testoripedia presenterà La monaca di Monza

Warhol artista cattolico? S2.Ep.7

Settima Puntata – Lunedì 10 gennaio

Una mostra al Brooklin Museum di New York rilancia il tema affascinante della religiosità del grande protagonista della Pop Art. Warhol, com’è noto, era nato da una famiglia di immigrati di fede ortodossa cattolica, aveva frequentato da bambino la parrocchia della comunità rutena a Pittsburg. Le icone dipinte sulla grande parete dell’iconostasi sono immagini che con la loro grammatica semplice e seriale sono rimaste impresse nel suo immaginario. Ora la mostra che arriva dalla Warhol Foundation di Pittsburg ripropone con grande completezza il tema della persistenza della dimensione religiosa nell’opera di Warhol. Va ricordato che la parabola dell’artista si concluse con la grande mostra a Milano dedicata alle tante varianti realizzate sull’Ultima Cena di Leonardo. Nel discorso di commiato, al funerale dell’artista, nella cattedrale di Saint Patrick di New York, il critico e amico John Richardson rivelò “la pietà segreta” di Warhol, che prestava aiuto ad una mensa di homeless e che finanziò gli studi di un suo nipote in seminario.

Nel corso della puntata dei Lunedì di Casa Testori verranno presentate le immagini molto significative della mostra di New York. Ad approfondire il Warhol cattolico ci saranno prima Gianni Mercurio, critico d’arte a curatore della mostra “Pentiti e non peccare più” organizzata a Roma nel 2006, e poi Michele Dolz, studioso che ha appena pubblicato un libro dedicato alla religiosità dell’artista.

Per il consueto appuntamento con la “Testoripedia” Stefano Bruzzese presenterà I Trionfi, un affascinante e fluviale poema pubblicato nel 1965.

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