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4 CURATRICI PER 4 MAESTRI – Incontri di presentazione

Giovedì 28 novembre ore 21
Quattro Fotografi. Sguardi contemporanei sul Gallaratese
Introduce il progetto “Confronti”: Massimo Ferrari
ne discutono gli autori: Luca Andreoni, Marco Introini, Antonio Ottomanelli, Alberto Sinigaglia

Giovedì 5 dicembre ore 18.30
Aldo Rossi. L’idea di abitare 
Ne discutono Alberto Ferlenga, Gino Malacarne e Antonio Monestiroli

Giovedì 12 dicembre ore 21.00
Guido Guidi, il mio Carlo Scarpa 
Con: Alessandro Rovetta, Università  Cattolica di Milano e  Alba di Lieto, Archivio Carlo Scarpa – Museo di Castelvecchio

Sabato 14 dicembre ore 16.00
Alberto Martini, Un rivoluzionario a fascicoli 
Con: Giovanni Agosti, Università  degli Studi di Milano e Paola Martini, moglie del critico

Giovedi 19 gennaio ore 18.30
Giacomo Pozzi-Bellini, un fotografo tra arte e vita 
Con: Giovanni Agosti, Università  degli Studi di Milano e Silvia Paoli, Archivio Fotografico Musei Civici del Castello Sforzesco di Milano

19. MIMASTER – I vini di Bonvesin

Il talento degli illustratori selezionati da Mimaster per la cantina di Casa Testori è stato declinato nella realizzazione di una serie di etichette per bottiglie di vino, in cui la creatività  si è sbizzarrita non solo nell’ideazione dell’immagine, ma anche nel nome
della vigna e della casa vitivinicola.
Scrive Bonvesin:

«Le vigne numerose producono svariati generi, sia dolci sia aspri, di vini salubri, saporiti, chiari, di colore bianco, giallo, roseo e dorato in tanta abbondanza che certe famiglie raccolgono ogni anno dalle proprie vigne, al tempo della vendemmia, più di mille carri di vino, altre più di cinquecento, altre più di cento. Sembrerà  forse stupefacente anche questa affermazione: che nel contado di Milano più di seicentomila carri di vino, nelle annate buone vengano messi in botte, come assicurano quanti hanno fatto diligenti indagini e dichiarano di poter offrire valutazioni esatte».

Etichette di:
Carlotta Cogliati, Clarissa Cozzi, Beatrice Gaspari, Libero Gozzini, Patrizia Mastrapasqua, Bertrand Nadal, Emilia Patrignani, Marco Piunti, Davide Raimondi, Laura Re e Alessandro Romita.

Mimaster

Luca Font, LA CITTÀ CARNIVORA

Il tratto deciso di Luca Font ha interpretato il macello e raccontato la moltitudine di bestiame attraverso cui la città veniva rifocillata.

«Affluiscono nella città, come a una stiva di tutti i beni temporali, pane e vino e carne saporita di qualsiasi genere di quadrupedi. E si noti che, come ho diligentemente calcolato con alcuni macellai, nei giorni in cui è permesso ai Cristiani mangiar carne, si ammazzano nella sola città circa settanta buoi. Quanti siano i maiali, le pecore, gli arieti, gli agnelli, i capretti e i quadrupedi d’altro genere, sia selvatici sia domestici, che vengono sgozzati dai macellai, credo che lo potrò precisare a chi mi avrà precisato il numero delle foglie e dei fili d’erba. Affluiscono nella città anche ottime carni di bipedi selvatici e domestici: capponi, galline, oche, anatre, pavoni, colombe, fagiani, galline selvatiche, tortore, anatre selvatiche, allodole, pernici, quaglie, merli e altri uccelli, che soddisfano a tavola l’appetito degli uomini».

Giordano Poloni, IL LEGNO ANIMATO

«Le selve e i boschi e le rive dei fiumi producono legno duro di diverse qualità, adatto a costruzioni e a molti altri usi, e anche l’indispensabile legna da ardere: tanta è la abbondanza della legna destinata al fuoco, che nella sola città è assolutamente certo che se ne bruciano ogni anno più di cinquantamila carri».

Giordano Poloni ha creato un cartone animato per raccontare il tema del legname di cui la città continuamente si approvvigiona e che giunge in essa dai boschi del circondario, trasportata lungo le vie d’acqua. Il risultato è stato una narrazione di forte impatto visivo, che si è nutrita di chiari riferimenti alla storia dell’arte, in particolare a Henri Rousseau, e in cui ogni dettaglio mostra cura e ricchezza.

Tai Pera, GLI ORTI DI MILANO

Bonvesin dà il meglio di sé negli elenchi, in cui le parole si fanno portavoce della ricchezza della città. Tai Pera è stata chiamata a rappresentare, con il suo stile pulito, essenziale e accattivante, la prosperità degli orti cittadini e gli innumerevoli prodotti che ne escono:

«Vi sono anche gli orti, che fioriscono per l’intero corso dell’anno e producono in abbondanza legumi di ogni genere: cavoli di tutte le varietà , bietole, lattughe, atriplici, sedano, spinaci, prezzemolo, finocchio, aneto, cerfoglio, anice, nepitella, zucche di ogni genere, di orto e di siepe, aglio, porri, pastinache comuni, alfaneria, che è una specie di pastinaca con la cui radice si fa un ottimo e sano composto; borraggine, senape, zafferano, liquerizia, erba cetrina, portulaca, papavero, marrobbio, malvavischio, anagallide o consolida maggiore, enula, ruta, dragonzio, latteride o esula spinosa, che, triturata un poco e cotta, poi bevuta nel vino si dice sia medicina efficace contro il male di ventre; anche issopo, che ripulisce il petto dal catarro, e molte altre erbe medicinali; anche salvia, menta, basilico, santoreggia, maggiorana e altre erbe che offrono al nostro olfatto un odore gradevole». 

Roberta Maddalena, DEI PESCI E DEI GAMBERI

Così come l’acqua ha tanta importanza nella narrazione di Bonvesin, così la hanno i pesci: «E noti, chi lo voglia, l’affermazione mirabile che io faccio a questo punto: se in qualche luogo del nostro territorio si formasse un nuovo lago, che contenesse acqua nuova, la naturale fecondità delle nostre acque e della nostra terra è così grande che da sé, in breve spazio di tempo, esso genererebbe molti pesci».

Roberta Maddalena ha interpretato il tema creando un ambiente immersivo e isolato rispetto al resto della mostra. Il visitatore si trovava proiettato in una dimensione altra, sott’acqua o in uno spazio uterino. Le diverse profondità dell’acqua erano rese attraverso la maggiore o minore definizione dei pesci disegnati sulle pareti, che riproducevano fedelmente l’ittiofauna dei fiumi milanesi, mentre l’audio era realizzato attraverso la registrazione della voce di Maddalena (con Paolo Gozzetti, Murmur Collective).

Francesco Poroli, IL TRIONFO DELLE CILIEGIE

«Producono infatti ciliegie aspre e ciliegie dolci di ogni genere, sia domestiche sia selvatiche, in così grande abbondanza che talora accede se ne trasportino più di sessanta carri in un solo giorno dentro le porte della città; dalla metà di maggio fin quasi alla metà di luglio esse si trovano in vendita in città a qualsiasi ora».

Le ciliegie sono la rappresentazione della ricchezza della città in cui ogni giorno, nella giusta stagione, più di sessanta carri potevano esserne trasportati. Francesco Poroli racconta un passaggio chiave del testo e ha scelto di realizzare il suo progetto attraverso il coinvolgimento di alcuni studenti, il cui affollarsi nelle stanze di Casa Testori per l’allestimento ha restituito il fermento del mercato di Milano descritto da Bonvesin.

Paola Sala, TONACHE E VELI

Come una preghiera. Così Paola Sala ha concepito il suo progetto per un tema tanto caro a Bonvesin, come quello della rappresentazione delle figure religiose narrate nel testo.
Sala ha creato un ambiente in cui la ripetitività dei soggetti e dei gesti necessari per disegnare gli angeli dai movimenti rigidi che si susseguono sulle pareti era una sorta di ex-voto, realizzato con l’antica tecnica dello spolvero e moderni pennarelli. All’olio su tela era, invece, affidata la descrizione della figura chiave per la vita ecclesiastica di Milano, fusa con la figura di Barnaba: «il beato Ambrogio, dodicesimo archipontefice, uno dei quattro principali dottori della Chiesa, superiore a tutti gli altri in sapienza e virtù, che contribuì ad accrescere l’onore e la dignità della nostra città».

Giacomo Gambineri e Gio Pastori, MESTIERI IN TECHNICOLOR

«Vedendo infatti nei giorni di festa folle di uomini dignitosi, sia nobili sia popolani, che si divagano; e anche i crocchi chiassosi di fanciulli che corrono senza posa di qua e di là, e i gruppi dignitosi e le dignitose schiere di matrone e di vergini, le quali, con una dignità che si direbbe di figlie di re, vanno e vengono oppure stanno sulle porte delle case: chi potrebbe dire di avere trovato mai, al di qua o al di là del mare, uno spettacolo di folla così meraviglioso?».

Il confronto tra la città di ieri e quella di oggi non poteva non proseguire nella descrizione delle professioni svolte dai milanesi. Questa città industriosa era animata già nel 1200 da numerosissime categorie, che Bonvesin enumera quasi pedissequamente.
Mentre Gio Pastori, che lavora con la tecnica del ritaglio di carta per la creazione di forme, ha raccontato i mestieri dell’epoca del nostro volume, Giacomo Gambineri ha attualizzato quegli stessi ruoli, con un tratto vicino al fumetto.
Nella successione ritmica di una diapositiva dopo l’altra, si specchiavano legisti e decretisti, notai, servitori, trombettieri, medici, fisici, chirurghi, maestri di grammatica, dottori in canto ambrosiano, maestri elementari, scrivani, fornai, bottegai, macellai, pescatori, albergatori, fabbri che ferrano quadrupedi, fabbri che fabbricano sonagliere, tessitori, calzolai, conciatori, sarti, mercanti, merciai ambulanti, venditori all’asta e agricoltori.

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