Giacomo Gambineri e Gio Pastori, MESTIERI IN TECHNICOLOR
«Vedendo infatti nei giorni di festa folle di uomini dignitosi, sia nobili sia popolani, che si divagano; e anche i crocchi chiassosi di fanciulli che corrono senza posa di qua e di là, e i gruppi dignitosi e le dignitose schiere di matrone e di vergini, le quali, con una dignità che si direbbe di figlie di re, vanno e vengono oppure stanno sulle porte delle case: chi potrebbe dire di avere trovato mai, al di qua o al di là del mare, uno spettacolo di folla così meraviglioso?».
Il confronto tra la città di ieri e quella di oggi non poteva non proseguire nella descrizione delle professioni svolte dai milanesi. Questa città industriosa era animata già nel 1200 da numerosissime categorie, che Bonvesin enumera quasi pedissequamente.
Mentre Gio Pastori, che lavora con la tecnica del ritaglio di carta per la creazione di forme, ha raccontato i mestieri dell’epoca del nostro volume, Giacomo Gambineri ha attualizzato quegli stessi ruoli, con un tratto vicino al fumetto.
Nella successione ritmica di una diapositiva dopo l’altra, si specchiavano legisti e decretisti, notai, servitori, trombettieri, medici, fisici, chirurghi, maestri di grammatica, dottori in canto ambrosiano, maestri elementari, scrivani, fornai, bottegai, macellai, pescatori, albergatori, fabbri che ferrano quadrupedi, fabbri che fabbricano sonagliere, tessitori, calzolai, conciatori, sarti, mercanti, merciai ambulanti, venditori all’asta e agricoltori.