Diamante Faraldo, AUGE DER ZEIT – OCCHIO DEL TEMPO
Stanza 18
Attraverso lenti di ingrandimento capovolte, due disegni che stigmatizzano l’immaginario del “secolo breve”. In un dittico di marmo nero del Belgio, acquasantiere del mondo, la mappa della terra si riflette e si inonda di petrolio, specchio delle rovine di un mondo, che ha perso la vertigine della verticalità.
Diamante Faraldo
Le opere di Diamante Faraldo si danno come forme depurate, essenziali: presenze forti, approdo di un percorso di ricerca per sottrazioni e assenza fino a giungere all’assolutezza della forma, a un nucleo concentrato e rappreso. Puntano direttamente, in un percorso abbreviato, verso l’unità dell’immagine, verso il suo carattere assoluto. Le forme di Faraldo nascono dal vuoto, nel silenzio, ne sono circondate e se ne nutrono nella loro compattezza rappresa. Procedendo per riduzioni e sottrazioni al puro segno, nel vuoto rimangono i simulacri, l’aspetto immateriale del reale. Costituiscono l’altrove dello scandalo della morte. Si pongono alla soglia tra lo spazio della vita e quello dell’annientamento.
Eleonora Fiorani
Diamante Faraldo è nato nel 1962 ad Aversa, in provincia di Caserta. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli e nel 1984 ha tenuto le prime personali a Castel dell’Ovo a Napoli e a Grenoble. Nel 1986 si è trasferito a Berlino per approfondire i suoi studi artistici e, di ritorno dalla Germania, si è stabilito a Milano dove vive e lavora. Nel 1991 ha esposto all’Institut Français di Napoli, nel 1996 allo Studio Gennai di Pisa e presso Il Cantiere di Venezia. Nel 1998 ha tenuto la mostra Stilleben allo spazio Decidue Arte di Milano e Contaminazione allo Spazio Mozzilo di Milano. Nel 2000 ha esposto all’Artforum di Merano e alla Fondazione Mudima di Milano. Nel 2001 ha partecipato a Le Tribù dell’arte al MACRO di Roma e nel 2004 ha realizzato Stimmung allo Spazio Mudimadue di Milano. Nel 2006 ha tenuto una personale presso la Galleria Gianluca Ranzi di Anversa e nel 2007 alla Galleria Nina Lumer di Milano.
Posted on: 24 Gennaio 2011, by : Associazione Giovanni Testori