Marta Carenzi, EDOLO 1:3, 2017
«Questo è il titolo. Si legge: Edolo uno a tre, nel senso della proporzione, che è relazione. Ogni immagine è costituita dalla relazione tra le tre immagini. Il trittico porta, in sé, questa relazione (di segni, luci, ombre, soggetti, forze, pesi), sempre raccontata con i tempi lunghi e sospesi della fotografia di paesaggio».
Sono la sintesi formale e la chiarezza didascalica tipiche dei fotografi che discendono da Luigi Ghirri o Giovanni Chiaramonte. Si trattava di quindici gioielli, con cui raccontare la propria Edolo, una città invasa dal sole, fatta di silenzio, di un oggetto da usare come perno per tre scorci, di alcune linee spericolate che tendono allo spasimo gli incroci, di due coppie di condotti che sembrano innervare e smottare la città. Al centro, un concerto di cubi vuoti e pieni e, a chiudere, un elogio del legno, che pone il fine, tra il rigore e il caos.