Te-stories. Stanze per un racconto

In occasione della terza edizione del Festival Archivi Futuri organizzato dal MA*GA di Gallarate il primo piano di Casa Testori si presenta con un nuovo allestimento nato dal suo archivio e dalla sua biblioteca, grazie a stanze tematiche che ne raccontano le tante storie, con manoscritti, quadri, fotografie, libri e video.

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LA MOSTRA
I temi delle singole stanze prendono spunto dalle nuove acquisizioni dell’Associazione Testori: dai 52 volumi della collana “Biblioteca di Letteratura” curata da Giorgio Bassani e con le copertine di Albe Steiner per Feltrinelli a una selezione di scatti del servizio fotografico conservato dall’Archivio Luce Cinecittà della “prima” romana del dramma “L’Arialda” del dicembre 1960. La mostra sarà l’occasione per osservare da vicino alcuni quaderni e fogli dattiloscritti inediti del Fondo Testori di proprietà di Regione Lombardia ma anche di scoprire in anteprima le prossime pubblicazioni come gli Atti del Convegno organizzato in occasione del Centenario e la storia di Casa Testori.

Nello specifico le 5 stanze sono così allestite: la prima è la grande stanza da letto dei genitori che presenta la vicenda della “Biblioteca di letteratura – I Contemporanei” storica collana Feltrinelli diretta da Giorgio Bassani dal 1958 al 1963, in cui Testori ha pubblicato ben cinque libri: l’intero ciclo de “I segreti di Milano”. In mostra, si dà conto, per la prima volta, delle lettere con cui Testori affidava il suo lavoro a Bassani, conservate nell’archivio dei suoi eredi.

La seconda stanza è dedicata al fotoracconto della prima romana de L’Arialda, che de “I segreti” è stata in qualche modo “l’esplosione”. Si presenta un’importante selezione di un inedito servizio fotografico acquisito in copia dall’Archivio Testori, grazie a un accordo con l’Archivio dell’Istituto Luce di Roma, che conserva i negativi dell’agenzia Dial-Press (oltre 70.000 immagini). È una documentazione importantissima della prima all’Eliseo diretta da Luchino Visconti.

La terza stanza propone il caso di Erodiade, il dramma scritto da Testori nel 1968 e messo in scena con Adriana Innocenti solo nel 1984, che permette un affondo verticale in tutte le meraviglie dell’Archivio Testori: gli impetuosi manoscritti da cui tutto trae origine, i disegni a stilografica delle Teste del Battista e gli acquerelli che ne seguirono. Completano la stanza le foto e l’affascinante materiale di scena dell’attrice, donato all’Associazione dal marito Piero Nuti.

Si prosegue con la quarta stanza in cui si trova il ciclo delle Crocifissioni a pastello, una serie dalla forza straordinaria, da mettere in stretta relazione con alcuni pittori decisivi per Testori in quegli anni, come Graham Sutherland, ma da considerare un’occasione di ripensamento sull’opera di Pablo Picasso e Francis Bacon. In mostra, il ciclo è esposto a fianco dei manoscritti e dattiloscritti della raccolta poetica Ossa Mea, che i pastelli hanno in qualche modo generato.

Infine, la quinta stanza, è la stanza da ragazzo di Testori: il suo primo studio, il luogo in cui poteva conservare alle pareti i Nudi maschili da lui attribuiti a Géricault e Courbet. Lo spazio luminoso che si affaccia sul terrazzino vista giardino, disegnato negli anni Trenta, insieme ai suoi interni, dall’architetto Cassi Ramelli è trasformato per l’occasione in una sorta di sala lettura, dove si può “partire” alla conoscenza del mondo testoriano, grazie alle recenti pubblicazioni che stanno mettendo a punto la conoscenza della sua opera.

Posted on: 17 Giugno 2024, by : Alessandro Frangi
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