NASCITA APERTA
Emma Ciceri
Progetto di Casa Testori
A cura di Gabi Scardi
Produzione di Dok Mobile
Castello Sforzesco, Museo della Pietà Rondanini
14 Settembre – 12 Ottobre 2021
Casa Testori
9-30 Novembre 2021
In occasione di Milano Art Week 2021, i Musei del Castello Sforzesco, dal 14 settembre al 12 ottobre, hanno presentato Nascita Aperta di Emma Ciceri, un progetto di Casa Testori curato da Gabi Scardi.
L’opera – due video proiettati in simultanea – è stata allestita negli spazi restaurati dell’ex Ospedale Spagnolo, dal 2015 sede del Museo della Pietà Rondanini.
Nascita Aperta è la performance che l’artista ha realizzato insieme a sua figlia davanti alla Pietà Rondanini di Michelangelo, l’ultima opera su cui ha lavorato. L’esperienza quotidiana di madre e figlia è quella di corpi che, per necessità, stanno stretti l’uno all’altro, in tanti gesti di assoluta normalità. Quel rituale quotidiano è stato portato e rivissuto da loro in lunghi momenti trascorsi davanti all’opera di Michelangelo, dove Madre e Figlio si trovano analogamente stretti in una relazione che lega i loro corpi in unicum scultoreo.
«Portiamo la nostra esperienza quotidiana in visita al corpo di un’opera: la Pietà Rondanini di Michelangelo. – spiega Emma Ciceri – Abbiamo trascorso del tempo con la scultura lasciando che l’incontro diventasse ciò che è per i nostri corpi nell’ambiente di casa: una possibilità di ricerca. Nella Pietà Rondanini l’abbraccio tra la madre e il figlio crea un flusso vitale che non ci lascia distinguere dove finisca la vita e inizi la morte; la scultura è diventata per noi una fonte di domande intorno alla relazione tra i nostri corpi».
«Nascita Aperta è un autoritratto e, nello stesso tempo, la metafora di una relazione che vede due vite legate inscindibilmente», spiega la curatrice Gabi Scardi. «È anche una dichiarazione di adesione alla vita e alla forma, non per ciò che deve essere, ma per ciò che è. Nell’insistere sui corpi, sui gesti, su quei rituali di contatto e di cura, le immagini di Emma Ciceri sono oggettive, esplicite, eppure interiori; interiore è il tempo che impongono, oltrepassando ogni contingenza».«Il rapporto madre e figlia, svelato da Emma Ciceri nelle pieghe di una toccante e intima umanità, è messo a confronto con l’immagine della Madre e del Figlio dell’ultima opera michelangiolesca», dice Giovanna Mori, Conservatrice del Museo della Pietà. «L’artista si esprime con fiducioso abbandono, riuscendo a mettere in evidenza la straordinaria attualità di un capolavoro che Michelangelo ideò senza alcuna committenza, mettendo a nudo la sua anima».
L’opera, che si componeva di due video proiettati in simultanea, è stata allestita in una delle nicchie, anch’esse restaurate, dell’ex Ospedale Spagnolo. «Siamo molto grati alla direzione del Castello Sforzesco per aver reso possibile sia la realizzazione di quest’opera di grande valore umano ed emotivo, sia la sua presentazione in questo spazio contiguo al capolavoro di Michelangelo, così amato da Giovanni Testori», ha detto Giuseppe Frangi, vicepresidente di Casa Testori, l’associazione culturale che ha sostenuto la produzione dei video di Emma Ciceri.
«L’avere individuato una convergenza rispetto alla Pietà Rondanini, con le sue figure drammaticamente fuse anche oltre l’ultimo respiro, dice come la cultura sia costitutiva della memoria individuale e collettiva, e viceversa l’esperienza, anche la più cogente, si sostanzi attraverso immagini assimilate, incorporate» ha concluso Gabi Scardi.