CROCIFISSIONE ‘49. I DISEGNI RITROVATI
Giovanni Testori
A cura di Davide Dall’Ombra
In collaborazione con Associazione Giovanni Testori
Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
28 Marzo – 24 Maggio 2015
IL DIPINTO SALVATO
Giuseppe Frangi
Nel 1950 Giovanni Testori aveva 27 anni. Il suo profilo già allora era quello dell’intellettuale difficile da incasellare, per la molteplicità di ambiti che lo vedevano impegnato. Ma in quel 1950 uno di questi ambiti venne meno, ed era certo uno dei più amati: la pittura.
Testori, ferito dall’incomprensione e dalla conseguente copertura degli affreschi realizzati nella chiesa di San Carlo al Corso a Milano, aveva deciso di metter fine alla sua esperienza di pittore. Con un gesto tipico del suo temperamento distrusse, infatti, le tele realizzate fino ad allora e rimaste nel suo studio di via Santa Marta. Si salvarono praticamente solo quelle che aveva venduto o regalato. E si salvò questa Crocifissione, che Testori ha sempre tenuto con sé fino alla fine.
Che quella Crocifissione, rappresentata per simboli e datata 1949, costituisse qualcosa di molto importante per lui, era evidente. Ora il ritrovamento, da parte di Davide Dall’Ombra, di un’importante serie di disegni preparatori per quel quadro in una collezione romana, arriva a rafforzare quell’indizio. Grazie a questi disegni è possibile seguire lo sviluppo del pensiero e delle idee di Testori attorno a un’opera che è certamente la più importante e la più ambiziosa di questa sua stagione pittorica, segnata da un impego critico per il ritorno dell’arte contemporanea nelle chiese.
Testori da una parte si mostra pienamente allineato con le novità dell’arte figurativa di quegli anni, impegnata nella rielaborazione personale delle novità picassiane, ma dall’altra conferma la sua straordinaria originalità, staccandosi dai modelli e mettendo in atto una “messa in scena” di sorprendente originalità sia stilistica che iconografica. Un nucleo articolato e affascinante che richiedeva una contestualizzazione adeguata, capace di considerare il suo impegno critico con i compagni di strada “realisti” e le fonti medioevali che sottendono le scelte iconografiche messe in campo da Testori […].
LA MOSTRA
Il Mart di Rovereto, uno dei più importanti e innovativi musei d’arte contemporanea d’Italia, ha ospitato “Crocifissione ’49. I disegni ritrovati”, una mostra che ha presentato al pubblico un Testori inaspettato. Un Testori prima de “I segreti di Milano”, prima di Luchino Visconti e di Robero Longhi: un giovanissimo Testori pittore.
Negli anni Quaranta, Giovanni Testori, prima ancora che come scrittore, era noto infatti come pittore, sodale con l’esperienza della scuola milanese uscita da “Corrente”, compagno di strada di Ennio Morlotti, Bruno Cassinari e Renato Guttuso. Anche i suoi interventi come critico militante erano dettati dalla necessità di trovare, innanzitutto per sé, una strada percorribile per il realismo italiano che, riconoscendo in Cèzanne il proprio padre, era disposto ad andare oltre la folgorazione picassiana.
A illuminare questi anni di sperimentazione, tra il 1948 e il 1949, ha concorso l’importante scoperta di 26 disegni, esposti in mostra, che mostrano il processo creativo testoriano sfociato negli affreschi di San Carlo e in una delle rare opere scampate alla distruzione: la Crocifissione firmata e datata 1949, il più importante dipinto di Giovanni Testori, che chiude questa fase della sua vita artistica, in seguito alla delusione per la scialbatura degli affreschi.
Unico caso nella produzione pittorica testoriana, questo gruppo di carte permette di seguirne passo passo il processo creativo, in un momento di grande ricerca formale e iconografica.