Klaus Karl Mehrkens, UKIYO-E
Stanza 17
Per non sbagliare la mira attraversando il fiume si calcola distanza e corrente, arrivando al punto previsto (Leonardo da Vinci).
Oppure si parte lasciandosi deviare dalla corrente e si atterra chi sa dove (Huckleberry Finn). Mi è più simpatico Huck.
Studiando per colpa di un matematico sloveno le stampe giapponesi del periodo “Edo” (capitale dell’est sotto gli Shogun Tukugawa 1603-1867, oggi Tokyo), e reduce da una esperienza da incisore parto verso l’ignoto pitturando, disegnando, spesso lavando tela o carta. Liberando i preziosi corpi dallo splendido kimono-corazza (così simile alla crinolina della povera Infanta Margherita) trasformandolo in colore, ornamento… Ukiyo-e (immagine del mondo fluttuante). Appaiano bushi (guerrieri) anche del teatro, geishe anche maschili, casalinghe, bambini, cani e gatti.
Il tempo scorre ma è dilazionato. Memento mori!
Klaus Karl Mehrkens
Se scrivo ragione e cuore è perché proprio su questi capisaldi, su questi due pilastri dell’umano esistere Mehrkens ha edificato la propria pittura. E ciò, fin dall’inizio. Quand’era, per lui, e per tutti, ben più difficoltoso lasciare i fuochi e l’urla dell’espressività a briglie sciolte, o scioltissime, a prò di un bisogno, che in Mehrkens fu subito estremo e totale; il bisogno di costruirla, l’espressione; di farla, anziché ghigno, incendio e maledizione, architettura, luce e benedizione.
Giovanni Testori
Klaus Mehrkens è nato a Brema (Germania) nel 1955. Vive e lavora a Spello (PG).
Posted on: 21 Novembre 2011, by : admin