Emanuele Dottori, IL BUCO CON LA CITTÀ INTORNO
Stanza 15
Mi piace guardare attentamente, osservare, analizzare, anatomizzare ogni cosa che mi circonda. Soprattutto l’architettura, la città, da percorrere, attraversare. Da questo vengono i miei soggetti: sono tutti luoghi che ho osservato, attraversato nel mio quotidiano. Skylight è il buco della Stazione Centrale di Milano, il lucernario che dal centro del piazzale si tuffa nella metro. Tutti ci passano, molti lo vedono, ma nessuno sa che c’è. Ho iniziato a guardarlo perché mi sono accorto che c’era e ho iniziato a dipingerlo perché mi sono accorto di quante cose contenesse, in quei pochi metri di vuoto: dal buco, dalla metro, si vede il buco stesso (il suo “spessore”) con i suoi anelli rossi, e al di là di esso si vede il cielo con i suoi colori, i suoi grigi, le sue nuvole. La piazza, la stazione Centrale, il grattacielo Pirelli si intravedono, fanno capolino da dietro le sue curve, come per buttarsi dentro il buco. E sono dentro: nei vetri a metà del buco è riflessa tutta la città con i suoi simboli. Al piano basso c’è la metro le sue luci, gli ingressi, i sottopassi, i negozi, i tornelli, le scale, gli spazi, le uscite; al piano alto, guardando intorno si vedono altri spazi, altre uscite, intorno al buco; è una sorta di davanzale a metà tra la piazza e la metro da cui si vede fuori e dentro al buco: la sua piazza sotterranea a cielo aperto, in basso, percorsa dai pendolari, bagnata dalla pioggia, disegnata da un cerchio di neve bianca, quando c’è. E una volta usciti, da sopra, dalla piazza, guardando dentro, si vedono i suoi gironi rossi, si intuisce la sua geometria perfetta, il ripetersi dei cerchi, si vede meglio il suo vuoto, il suo aprirsi in mezzo alla città. Un anello lo circonda, impedendoci di finire di sotto. Questi 210 acquerelli sono una sintesi di tutte quelle cose che ho visto, osservato, attraversato, scoperto, standoci davanti. Anzi, dentro, fuori, intorno… Davanti.
Emanuele Dottori
Emanuele Dottori crea paesaggi architettonici interiori, dove ritorna il discorso del luogo-avatar, in cui si incarnano diversi modi di essere. Esemplari a questo proposito, le rielaborazioni pittoriche del lucernario della piazza antistante la Stazione Centrale di Milano: Dottori è partito da alcune foto realizzate con Google Earth e già in questa fase è riuscito ad umanizzare lo spazio e a rendere ambiguamente antropomorfo o perlomeno organico il lucernario, che in questo contesto assume le sembianze di una gigantesca bocca spalancata memore dell’immaginario di Guerre Stellari. Infine l’artista passa dalla rielaborazione all’astrazione, allontanandosi apparentemente dalla fisicità virtuale dell’immagine di internet, per passare a una visione interiore e personale, che trattiene comunque il senso dell’umanizzazione del luogo.
Mario Gerosa
Emanuele Dottori è nato a Cernusco sul Naviglio nel 1983. Attualmente vive e lavora a Roma. Nel 2006 si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2006 ha esposto Villa Fiorita allo spazio Gheroartè di Corsico. Nel 2007 ha tenuto una mostra allo Spazo Oberdan di Castelseprio e nel 2009 la personale Skylight_Disegni alla Sala rossa della Galleria Ghiggini di Varese. Ad aprile 2010 si è conclusa Skylight_Disegni e Collages presso lo Studio Maffei di Milano.
Posted on: 24 Gennaio 2011, by : Associazione Giovanni Testori